martedì 22 luglio 2014

Se gli lasci più spazio, l'uomo aiuta di più in casa


La politologa Anne-Marie Slaughter propone un nuovo patto con gli uomini: "Se vogliamo che si assumano più responsabilità in famiglia, diamo loro più spazio, senza imporre i nostri metodi. Vedrete che se la cavano benissimo".

E dire che pensa che il femminismo sia sorpassato. Anne-Marie Slaughter ha dedicato la vita a studiare politica internazionale, guadagnando una cattedra a Princeton e la fiducia di gente come Hillary Clinton, che quando era a capo della diplomazia di Obama non muoveva un passo senza il suo consiglio. Ma finché si è occupata di geopolitica era una professoressa semisconosciuta. Poi ha scritto un articolo sulle difficoltà di dividersi fra il lavoro al Dipartimento di Stato e i figli adolescenti, ed è diventata una sorta di eroe nazionale in America. Quel pezzo, intitolato “Why women still can’t have it all”, è uno dei più letti di tutti i tempi e l’ha portata ad essere spesso contrapposta a un’altra icona del femminismo contemporaneo: Sheryl Sandberg, big boss di Facebook e autrice di Lean In, libro che invita le donne a imporsi per contare di più sul lavoro.
“La mia carriera di esperta di politica internazionale è stata cancellata in un secondo”, scherza la professoressa 55enne, che ora dirige l’influente think-tank New America Foundation. “Tutti mi chiedono sempre e solo di quell’articolo”.

lunedì 7 luglio 2014

Elizabeth Gilbert: "Mangio, prego, amo. E ora faccio giardinaggio"

Photo by Jennifer Schatten
“Per colpa del successo rischiavo di perdere la sanità mentale” rivela la scrittrice. Così ha deciso di trasferirsi in campagna col marito (sì, l’uomo di cui parla nei romanzi). Ma non ha resistito e dalla passione per il verde è nata una storia. Nella quale si mette ancora più a nudo


Dopo aver preso spunto dal caos della sua vita per scrivere due libri di successo, Elizabeth Gilbert si sentiva svuotata. Mangia, Prega Ama, diario di un viaggio alla scoperta di sé da cui è stata tratta la pellicola omonima con Julia Roberts, l’ha trasformata in una superstar della penna. Il sequel Giuro che non mi sposo, riflessione sul matrimonio scaturita dalla decisione di sposarsi per la seconda volta, ha confermato le sue doti di memorialista. Ora, però, scrivere un altro libro attingendo nuovamente dalla sua biografia era impossibile. La vita nel paesino della campagna del New Jersey dove si è trasferita per “mantenere un briciolo di sanità mentale” dopo il successo planetario delle prime due autobiografie è molto tranquilla. Troppo per diventare un soggetto anche vagamente interessante.
“Già dubitavo che il mondo avesse bisogno di due libri sulle mie crisi esistenziali, figuriamoci di un terzo”, ammette ridendo l’autrice 44enne.