La politologa Anne-Marie Slaughter propone un nuovo patto con gli uomini: "Se vogliamo che si assumano più responsabilità in famiglia, diamo loro più spazio, senza imporre i nostri metodi. Vedrete che se la cavano benissimo".
E dire che pensa che il femminismo sia sorpassato.
Anne-Marie Slaughter ha dedicato la vita a studiare politica internazionale,
guadagnando una cattedra a Princeton e la fiducia di gente come Hillary
Clinton, che quando era a capo della diplomazia di Obama non muoveva un passo
senza il suo consiglio. Ma finché si è occupata di geopolitica era una
professoressa semisconosciuta. Poi ha scritto un articolo sulle difficoltà di
dividersi fra il lavoro al Dipartimento di Stato e i figli adolescenti, ed è
diventata una sorta di eroe nazionale in America. Quel pezzo, intitolato “Why women still can’t have it all”, è uno dei più letti di tutti i tempi e l’ha portata
ad essere spesso contrapposta a un’altra icona del femminismo contemporaneo: Sheryl
Sandberg, big boss di Facebook e autrice di Lean In, libro che invita le donne
a imporsi per contare di più sul lavoro.
“La mia carriera di esperta di politica
internazionale è stata cancellata in un secondo”, scherza la professoressa
55enne, che ora dirige l’influente think-tank New America Foundation. “Tutti mi
chiedono sempre e solo di quell’articolo”.