Il sesto episodio del viaggio sul Po ci porta ad attraversare il cuore del pavese. "Dopo l’amplesso con il Ticino, il
Po rincoglionisce letteralmente",
scriveva Gianni Brera, cantore
raffinato di questa parte del
Grande fiume dove la provincia,
per qualche strana alchimia, è diventata avanguardia
Scendendo il Po a motore spento, spinti dalla
corrente, si ha l’impressione che, all’approssimarsi della foce del Lambro
sull’argine sinistro, all’altezza di Orio Litta nel Lodigiano, il Grande fiume
provi ribrezzo, anzi terrore. Ha da poco ricevuto una boccata d’ossigeno dal
Ticino che è tra i fiumi più puliti d’Europa; e a monte, dal ponte della Becca,
si può proprio osservare come per un lungo tratto l’acqua giallognola del
Grande fiume e quella cerulea del Ticino rimangono per conto loro, faticano a mescolarsi,
poi si vede che il Ticino annacqua il suo sussiego svizzero, si rassegna e
diventa Po. Il quale fa appena in tempo a godersi questa botta di vita - “dopo
l’amplesso con il Ticino, il Po rincoglionisce letteralmente” scriveva Brera -
che incontra il fiume più inquinato d’Europa. Scarta sulla destra, come se
sentisse odore di morte, come sapesse che lo stanno per colpire 40 metri cubi
di veleno al secondo.