giovedì 29 ottobre 2015

Terra di riva e di golena, di boschi e di sabbioni


Il sesto episodio del viaggio sul Po ci porta ad attraversare il cuore del pavese. "Dopo l’amplesso con il Ticino, il Po rincoglionisce letteralmente", scriveva Gianni Brera, cantore raffinato di questa parte del Grande fiume dove la provincia, per qualche strana alchimia, è diventata avanguardia

Scendendo il Po a motore spento, spinti dalla corrente, si ha l’impressione che, all’approssimarsi della foce del Lambro sull’argine sinistro, all’altezza di Orio Litta nel Lodigiano, il Grande fiume provi ribrezzo, anzi terrore. Ha da poco ricevuto una boccata d’ossigeno dal Ticino che è tra i fiumi più puliti d’Europa; e a monte, dal ponte della Becca, si può proprio osservare come per un lungo tratto l’acqua giallognola del Grande fiume e quella cerulea del Ticino rimangono per conto loro, faticano a mescolarsi, poi si vede che il Ticino annacqua il suo sussiego svizzero, si rassegna e diventa Po. Il quale fa appena in tempo a godersi questa botta di vita - “dopo l’amplesso con il Ticino, il Po rincoglionisce letteralmente” scriveva Brera - che incontra il fiume più inquinato d’Europa. Scarta sulla destra, come se sentisse odore di morte, come sapesse che lo stanno per colpire 40 metri cubi di veleno al secondo.

mercoledì 21 ottobre 2015

Nel regno dei pirati dove anche la pesca è fuorilegge

La quinta tappa del viaggio esplora il tratto tra Parma, Cremona e Piacenza, dove i pesci siluro hanno attirato centinaia di bracconieri, molti dall'estero, che si muovono con barche prive di licenze e segni di riconoscimento. E nella zona, in tre anni, ci sono stati 500 furti di motori.
Salami, sinistra Po. Sua maestà il culatello, invece, stagiona bene solo sulla sponda destra: bassa parmense, tra le nebbie, nel grigio della “fumara”, e gli argini; più precisamente solo nella cosiddetta Bassa verdiana, delimitata dalla via Emilia e dal Fiume e con Busseto al centro. La forza del destino del culatello si esprime al massimo nell’umido di Zibello: Katia Soncini, che nella vita seleziona parmigiano e mette al mondo tra i più pregiati culatelli, assicura che è qui dove il maiale diventa divinità. Non la solita e ritrita eccellenza italiana, ma proprio creatura da adorare. Forse non la pensa così il Po che riceve la cacca di cinque milioni di porci, ma si sa che c’è porco e porco.

venerdì 16 ottobre 2015

The River Journal Project

L'avevamo scoperto lungo il Mississippi, il Grande Padre delle Acque: i fiumi sono un'affascinante chiave per raccontare il contemporaneo. Ora abbiamo percorso il Po e abbiamo trovato un mondo a parte, che mette in moto idee e immaginazione, il piacere di vivere fuori dai conformismi; un viaggio in una regione italiana praticamente sconosciuta che vi invitiamo a percorrere lungo il tracciato di Vento, il progetto di ciclovia che collegherà Venezia a Torino seguendo gli argini del Grande Fiume.... inizia il viaggio

giovedì 8 ottobre 2015

Nel porto delle nebbie dove si sono perse le navi

La quarta tappa del viaggio lungo il Po ci porta tra le province di Mantova e Reggio Emilia. A Boretto doveva sorgere lo snodo del traffico commerciale del fiume, che avrebbe tolto dall'autostrada 3000 Tir l'anno. Ma così non è stato, e nella zona c'è chi punta sul business delle crociere per turisti

Il Po vuole le sue vittime, dice Massimo Bernardi, ex operaio. “Se ci sono meno annegati è solo perché c’è ormai quasi più nessuno che viene a Po a nuotare. Non è questione che è traditore, Lui c’ha bisogno di tirar giù ogni tanto qualcuno, sono le regole”. Siamo nel regno del “Re del Po” a Boretto, la sua reggia è fatta con i legni trascinati dal fiume che s’accumulano sotto il ponte di Viadana: un’opera incastonata tra i pioppi grigi e i salici selvatici; a seconda della prospettiva e della luce diventa una nave baleniera arenata, nido di argentavis magnificens, cioè una sorta di cormorano preistorico, oppure riparo per individui selvatici e per ragazzini che riempiono i vuoti ed eterni pomeriggi d’estate tuffandosi nell’acqua verdina; si potrebbe chiamarla installazione, e in effetti ricorda la famosa Big Bambù dei fratelli Stern, ma è molto di più, è il castello costruito con le sue mani dal Re del Po, al secolo Alberto Manotti, che oggi non è in reggia, ma a tirare le righe col gesso al campo sportivo.

lunedì 5 ottobre 2015

La tecnologia sfamerà il mondo

La popolazione mondiale cresce  rapidamente e si prevede che nel 2050 sulla terra saremo 9 miliardi. A quel punto, per dar da mangiare a tutti, la produzione dovrà aumentare di circa 60% in un contesto in cui, a detta degli esperti, stiamo già producendo quasi il massimo possibile con i metodi attuali. Tutto questo rende la sfida alimentare uno dei problemi più urgenti del nostro tempo, di cui si è discusso al World Food Research and Innovation Forum organizzato all'interno di Expo 2015.




Audio reportage trasmesso da Radio24