L'artista di origine iraniana, ha diretto Looking for
Oum Kulthum, presentato al Festival di Venezia
Questa
volta il suo amato Iran non centra. Per il nuovo progetto, la 60enne Shirin
Neshat ha distolto lo sguardo dalla patria da cui è esiliata, allargandolo a un
simbolo del mondo arabo. Sempre per parlare della condizione femminile in
rapporto agli autoritarismi politici, sociali e religiosi, ma questa volta
scegliendo di farlo attraverso un'icona femminile nata in Egitto e considerata
un mito da Bagdad a Marrakech: Oum Kulthum, voce leggendaria che ha
cantato rivoluzioni postcoloniali e rappresentato un’eccezione di libertà nella
società patriarcale musulmana del dopoguerra.