martedì 4 dicembre 2012

Chi ha detto che se sei buona non puoi essere intelligente?

Heidi Klum è top model, mamma, condutrrice televisiva e imprenditrice di successo.

Durante certe giornate afose, fare interviste dovrebbe essere vietato. È un bollente pomeriggio newyorkese dell’Indian Summer e ho appuntamento con Heidi Klum. Nel suo camerino. Senza aria condizionata. La top model tedesca, per anni testimonial di Victoria’s Secret, si presenta con i bigodini in testa e con una vestaglietta di seta che la copre appena. Per l’intervista mi vuole al suo fianco anziché di fronte, per “stare più vicini e riuscire a parlare sopra il rumore del phon”. Tra la sua bellezza mozzafiato e l’assenza di ventilazione è difficile non sudare. Ma lei non fa una piega. Deve essere l’abitudine a restare per ore sotto le luci da studio. Dopo quasi vent’anni passati fra set fotografici e televisivi, la professionalità non le manca di certo. Cresciuta in una cittadina nei pressi di Colonia, Heidi comincia a sfilare nei primi anni ‘90. La sua carriera, poi, prosegue con apparizioni in tv e con la creazione, dieci anni fa, del talent show per stilisti emergenti Project Runway, che le è valso la nomination agli Emmy Awards. Come se non bastasse, ha disegnato linee di vestiti, profumi, scarpe, gioielli, costumi da bagno e accessori pré-maman. Oggi il suo impero vale milioni di dollari. Non solo: ha quattro figli.

venerdì 23 novembre 2012

Anche il sole parla cinese

Sguardo alla tecnologia d'Estremo Oriente, dove si produce la maggioranza di panneli solari al mondo e anche i supercomputer cominciano a parlare mandarino

La tecnologia per trasformare l’energia solare in corrente elettrica nasce dai laboratori della Silicon Valley californiana. Ma, come accade sempre più spesso alle innovazioni create nel mondo, è nell’Impero Celeste che il fotovoltaico ha trovato la via verso uno sviluppo industriale. Gli enormi capitali statali a disposizione e un mercato interno in piena espansione funzionano da trampolini di lancio

lunedì 19 novembre 2012

Rachel Feistein, l'artista con la saldatrice

Photo by Steve Pyke
Per la prima volta la scultrice americana espone a Roma nella galleria di Larry Gagosian. Insieme con il pittore John Currin forma una delle coppie più potenti dell’arte contemporanea americana.

Alla vigilia delle sue mostre, va spesso storto qualcosa. A pochi giorni dall’inaugurazione della prima personale a Roma, Rachel Feinstein si aggira nel suo atelier di New York avvolta in una grande coperta bianca. L’uragano Sandy è appena passato, lasciando la scultrice senza luce né riscaldamento e forzandola a lavorare al freddo sotto la pallida luce del sole autunnale. Feinstein, che insieme al pittore John Currin forma una delle coppie più potenti dell’arte contemporanea americana, ha un’aria elegante anche imbacuccata in una trapunta. Non si fatica a capire perché, oltre ad essere una scultrice affermata, sia considerata anche una musa da firme della moda come Marc Jacobs e Tom Ford, con cui ha collaborato sia come modella che come creativa.

martedì 13 novembre 2012

Bye Bye Occupy


Occupy Wall Street by Lalo Alcaraz
Si scrive Occupy, ma si pronuncia occupai. E in italiano, il suono del nome finisce per descrivere bene lo stato attuale del movimento anticapitalista nato l’anno scorso dall’occupazione del centro finanziario di New York. Dopo aver catturato l’attenzione del pubblico americano per vari mesi con proteste e occupazioni contro lo strapotere delle corporazioni, il movimento di Occupy Wall Street sembra infatti già appartenere al passato remoto. Tutti i presidi sorti in giro per gli Stati Uniti sono stati sgomberati. Una spedizione che quest’estate ha attraversato l’intero paese per dare supporto ed energia al movimento è fallita. E per il primo anniversario della protesta, caduto a metà settembre, a New York sono scese in piazza sì e no duemila persone: meno dei poliziotti chiamati a vigilarle.
Con le elezioni presidenziali alle porte, questo avrebbe dovuto essere l’anno della riscossa del movimento. Come lo è stato per il Tea Party, ala radicale dei conservatori riuscita addirittura a imporre ai repubblicani la candidatura di Paul Ryan accanto a Mitt Romney. Invece la rivolta dei 99% sembra ormai essere evaporata, ridotta ai margini della battaglia dalla mancanza di un’organizzazione centrale e un progetto condiviso. Ma come ha fatto un movimento che solo l’anno scorso galvanizzava l’America a squagliarsi come una medusa al sole?

mercoledì 7 novembre 2012

Dopo la statua, ecco l'isola della Libertà

www.amiaga.com
A quasi 40 anni dalla morte del suo progettista, l'architetto Louis Kahn, apre Four Freedoms Park su Roosevelt Island, un tempo ghetto, oggi giardino. Per contemplare Manhattan. 
 
C’è un angolo di Manhattan ancora nascosto agli occhi dei turisti che sta per sbocciare. Un tempo Roosevelt Island era considerata l’Australia di New York, rifugio per reietti che ospitava un carcere, un manicomio e un ospedale per malattie infettive. Negli anni Settanta il piano regolatore dell’isola, che sorge sull’East River davanti alle Nazioni Unite, fu rivoluzionato. Carcere e manicomio vennero sostituiti da edilizia residenziale e l’isola ricominciò a vivere. Nonostante la posizione privilegiata che offre una vista mozzafiato sullo skyline di Midtown, fino ad oggi Roosevelt Island è rimasta fuori dai circuiti del turismo. Ma fra pochi giorni, questo potrebbe cambiare. Sulla punta meridionale dell’isola, a fine Ottobre aprirà al pubblico un nuovo parco con un monumento alla memoria del presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt, disegnato da uno dei più famosi architetti americani, Louis Kahn. Il progetto del Four Freedoms Park fu terminato dall’architetto di Philadelphia, nel 1974: un infarto lo stroncò nel bagni pubblici di una stazione di New York, a 73 anni, e per tre giorni il suo cadavere rimase all’obitorio, non identificato, insieme a quello di tanti homeless.

martedì 30 ottobre 2012

Rula Jebreal: "Scommetto su Michelle"


Photo by Richard Phibbs
In Italia, dove era venuta per studiare, è diventata una delle voci più ascoltate sulle questioni mediorientali. Poi l'amore l'ha portta a New York. E qui ora segue per una TV americana il duello tra Obama e Romney. Anche se presferiscew guardaqre ancora più avanti.


Rula Jebreal ha passato buona parte dei 15 anni trascorsi in Italia facendo domande e raccogliendo voci per giornali e tv: La7 che l’ha lanciata come giornalista e poi Anno Zero, con Michele Santoro, che l’ha consacrata. Ma da quando si è trasferita a New York, per seguire nel 2009 Julian Schnabel, l’artista e regista oggi suo ex fidanzato, i ruoli si sono invertiti. Oggi la trentanovenne giornalista e scrittrice passa la maggior parte del tempo a rispondere su questioni mediorientali e italiane. Le origini, è nata ad Haifa nel 1973 in una famiglia palestinese, e l’esperienza nel Belpaese la rendono un interlocutore prezioso.

giovedì 25 ottobre 2012

La tigre mi avvicina a Dio


Come si sopravvive 227 giorni su una scialuppa con una belva feroce? Questione di fede. Parola di Yann Martel, autore del romanzo Vita di Pi. Incredibile storia che un regista da Oscar ho reso un film  

"E’ raro che un prodotto della cultura di massa come un film parli di religione in modo positivo", esordisce Yann Martel. Lo scrittore ha l’aria soddisfatta. Entra nella camera del suo albergo newyorkese, si toglie le scarpe, siede a gambe incrociate ai piedi del letto e tira un sospiro di sollievo. Nel 2002 il suo Vita di Pi fu un bestseller internazionale e vinse il Booker Prize. Da allora Martel ha scritto altri romanzi ma non ha più bissato quel successo. Comprensibile, quindi, che oggi sia contento. È reduce dalla presentazione del film che Ang Lee ha tratto dal suo libro. Una fiaba per adulti, dove si racconta di un ragazzo indiano che si salva da un naufragio sopravvivendo 227 giorni su una zattera in compagnia di una tigre, una zebra, un orango e una iena. Come sarà riuscito il regista di I segreti di Brokeback Mountain e La tigre e il dragone a trasformare in immagini una storia tanto strampalata?

giovedì 18 ottobre 2012

Marchesi VS Perdomo, Chef a confronto


Foto: Piero Martinello
Foto: Piero Martinello

Uno ha da poco guadagnato la sua prima stella Michelin, l’altro ne ha accumulate talmente tante dal finire col rifiutarle tutte. Matias Perdomo è un giovane cuoco uruguayano che ha rivoluzionato la cucina tradizionale dell’osteria milanese Al Pont De Ferr, trasformandola in uno dei ristoranti più innovativi del capoluogo meneghino. Gualtiero Marchesi è il padre della cucina italiana moderna, ambasciatore dei sapori nostrani nel mondo.
Di primo acchito, i due cuochi sembrerebbero spartire ben poco oltre al titolo di chef, separati come sono da mezzo secolo di storia in cucina, oltre che da locali agli antipodi: Perdomo lavora in un’osteria rustica, Marchesi in un elegante ristorante in un Relais&Chateaux su colli bresciani. In realtà hanno più di un punto in comune, fra cui uno scetticismo condiviso nei confronti delle guide culinarie e una passione per la sperimentazione.

mercoledì 10 ottobre 2012

Ribelle come i miei ricci

Photo by Marco Glaviano
Che somigliano a dreadlocks, "ma guai a chiamarli così", dice Cassandra Wilson. E sono indipendenti proprio come quello spirito ribelle che le ha permesso di diventare una grande cantante jazz.

Per fortuna c’è chi riesce a imparare a suonare uno strumento anche sui libri. Altrimenti un talento come Cassandra Wilson avrebbe rischiato di abbandonare la musica molto presto. Privando il mondo intero di una delle voci più appassionanti del jazz contemporaneo. Wilson, 56enne originaria di Jackson, Mississippi, inizia a prendere lezioni di piano e clarinetto quando ha appena sei anni. Molto presto, però, i metodi tradizionali dei suoi insegnanti cominciano a starle stretti.
E’ allora che il padre, musicista e fine conoscitore dello spirito ribelle e testardo della figlia, le mette in mano un libro per chitarristi autodidatti, spronandola ad esplorare la musica in modo più libero e intuitivo.

giovedì 4 ottobre 2012

Lo stadio del Ponte

Brooklyn inaugura uno stadio di basket per i Nets in arrivo dal New Jersey e dopo più di mezzo secolo il qurtiere newyorkese ritorna ad avere una squadra professionista da tifare




Trasmesso su SkySport24

giovedì 27 settembre 2012

Monti says he would consider heading Italy goverment again

Photo ThomsonReuters
Italy's technocrat Prime Minister Mario Monti gave the first clear indication on Thursday that he would be willing to head the government again if there is no outright winner in elections next year, as opinion polls now suggest.
   Monti has headed an unelected government since former premier Silvio Berlusconi stepped down in November, imposing austerity reforms to keep the country from a Greek-style debt debacle.
   Financial markets have been fretting over what government might succeed the Monti administration as Italy's political parties - discredited by their mismanagement of the economy and a long series of corruption scandals - are in disarray seven months before the election.

martedì 25 settembre 2012

Susan Bier torna a far sorridere il cinema


E’ diventata famosa firmando film drammatici e introspettivi, alcuni realizzati secondo le regole di Dogma. E ora si presenta a Venezia con Love is all you need, commedia romantica ambientata a Sorrento con Pierce Brosnan e Trine Dyrholm.
Di primo acchito la trasformazione di Susanne Bier non potrebbe apparire più radicale. In realtà la regista danese è solo tornata alle origini. Pur essendo arrivata alla ribalta internazionale con pellicole impegnate come Open Hearts e In un mondo migliore (premio Oscar nel 2011), il suo più grande successo in Danimarca è legato a una commedia sentimentale, Den Eneste Ene, mai giunta nelle sale italiane.
“Amo sviscerare la famiglia e le relazioni intime, ma questo non deve per forza avvenire in modo drammatico”, dice la 52enne Bier.
Love is all you need sostituisce il dramma con l’ironia per scavare fra le emozioni dei protagonisti, il padre di uno sposo e la madre di una sposa che s’innamorano al matrimonio dei figli. E così facendo, sfrutta la struttura della commedia degli equivoci per continuare l’indagine psicologica che da sempre caratterizza il cinema della regista danese. 

Pubblicato su L'Uomo Vogue

giovedì 9 agosto 2012

Bombardiamo le scuole (di colori)

Un’associazione no profit di New York recluta studenti oziosi “a rischio gang” nei quartieri più disastrati. Li arma di rulli, pennelli, vernici fluorescenti. E li rispedisce in aula, in missione contro il grigiore

Le tinte arcobaleno con cui è stata ridipinta la scuola di una zona malfamata di Brooklyn sono così luminose che gli studenti scherzano dicendo che dovranno andare a lezione con gli occhiali da sole. Gli “artisti” hanno scelto i colori e hanno
lavorato con rulli e pennelli durante il doposcuola, partecipando ad un programma di Publicolor, no profit che lotta contro il grigiore delle scuole di new York per stimolare gli studenti ed evitare che passino i pomeriggi davanti alla tv.

mercoledì 1 agosto 2012

Olimpiadi, Bernard lo squalo francese del nuoto


Alle scorse Olimpiadi, fu il bruciore della sconfitta nella staffetta 4x100m stile libero a dare al nuotatore francese Alan Bernard la carica per vincere i 100m s.l., diventando il primo francese della storia a conquistare una medaglia d’oro in questa specialità. Prima della gara a quattro, lo squalo di Aubagne si era detto sicuro di polverizzare i rivali del team americano. Ma all’ultimo questi avevano vinto la gara, rimontando proprio nella frazione di Bernard.
“E’ stata una gran delusione”, ricorda oggi lo sportivo, che subito dopo seppe però trasformare la vergogna in combustibile per conquistare i 100 s.l.
Non stupirebbe, quindi, se a Londra lo scenario si ripetesse in modo speculare.

venerdì 27 luglio 2012

Olimpiadi: Gade, il danese volante del badminton


Il fenomeno danese del badminton Peter Gade ha una missione per l’estate: rubare un posto sul podio olimpico ai favoriti rivali asiatici.
“E’ un sogno che ho da quando vidi le prime partite ai giochi di Barcellona”, dice l’attuale numero cinque al mondo al telefono dalla sua casa di Copenhagen.
Il badminton ha cominciato ad essere dominato da paesi come Cina, Corea e Indonesia subito dopo il suo ingresso fra gli sport olimpionici nel 1992. Le federazioni nazionali asiatiche hanno investito molti soldi per strappare il primato agli atleti del vecchio continente in questa disciplina veloce e spettacolare. E la Danimarca è rimasta l’unica nazione europea ancora in grado di contrastarle. I lunghi inverni nordici, infatti, hanno contribuito a rendere popolare questo sport che si gioca al chiuso. Tanto da produrre atleti come Gade, che per tre anni è stato in cima alla classifica dei miglior giocatori, accumulando un argento e quattro bronzi ai campionati mondiali.

mercoledì 18 luglio 2012

Kerry Washington, diva sospesa fra due mondi


Photo By Mark Seliger
Kerry Washington ha cominciato a riflettere sul concetto d’identità fin da bambina. L’attrice newyorkese, conosciuta in Europa per aver interpretato la moglie del musicista Ray Charles nel film Ray e del dittatore ugandese Idi Amin ne L’ultimo re di Scozia, abitava nel Bronx quando il quartiere era ancora sinonimo di degrado, crimine e droga. Ma tutti i giorni faceva la spola con Manhattan, dove frequentava una delle scuole più esclusive dell’Upper East Side grazie a una borsa di studio.
“I vicini ci consideravano ricchi perché avevamo la lavapiatti e il forno a microonde”, dice Washington sorridendo mentre sorseggia un tè al bar di un hotel di Midtown a New York. “La mattina frequentavo la stessa scuola di Gwyneth Paltrow e il pomeriggio giocavo nell’oratorio dove era andata Jennifer Lopez”.

lunedì 2 luglio 2012

Non sono più una casalinga

Foto Mark Liddell
Finita la serie tv che l'ha lanciata, EVA LONGORIA guarda al futuro. La laurea, l'impegno politico e una profezia: “Sarò la Michelle chicana”.

Spesso la vita degli attori è simile a quella che portano in scena. È il caso di Eva Longoria: dalla natura effimera dei suoi matrimoni (due anni con l’attore Christopher Tyler e quattro con il cestista dell’Nba Tony Parker), alla passione per uomini più giovani, i parallelismi fra l’attrice americana e la più esplosiva delle Desperate Housewives sono più d’uno. E quando la incontri è ancora più chiaro: proprio come Gabrielle Solis (il suo alter ego), Eva è solare e ironica, ma non perde di vista l’obiettivo e non abbassa mai la guardia. Anche a rischio di suonare poco sincera, come quando in Wisteria Lane giura amore eterno al marito appena tradito con il giardiniere minorenne.
Quando la incontro è andata da poco in onda l’ultima puntata di Desperate Housewives e ha appena svestito i panni dell’attrice per calarsi in quelli dell’attivista politica. Qualche mese fa è stata coinvolta nel comitato per la rielezione di Barack Obama. La sua mission è diffondere il messaggio del presidente uscente tra le comunità ispaniche. Il suo curriculum è perfetto. Eva Longoria è nata in Texas da una famiglia che vive qui da quando lo Stato faceva ancora parte del Messico. È una delle poche attrici latine di successo a Hollywood. E, inoltre, sta per ultimare un master in Mexican American Studies all’Università della California.  

lunedì 25 giugno 2012

Lara Favaretto al MoMA PS1


Foto Moma PS1
Coriandoli, cemento, spazzole da autolavaggio. Per realizzare le sue installazioni, l’artista trevisana Lara Favaretto utilizza i materiali più disparati. E il P.S.1 di New York non le ha certo posto limiti per allestire la sua mostra. Al punto da lasciarla libera di riaprire una finestra murata. Riempire di terra una stanza. E guidare una moto dentro al museo. D’altronde, l’artista qui si sente a casa. Dieci anni fa aveva partecipato a un programma per giovani emergenti organizzato da questa succursale del Moma. E oggi è tornata ad occuparne le sale con una panoramica personale che mette in mostra i suoi lavori più significativi.

mercoledì 6 giugno 2012

TheFairGoer: arte a portata di click

Foto Valentina Angeloni
Un gruppo d’architetti italiani ha creato il sito TheFairGoer per visitare virtualmente le fiere d’arte contemporanea

Il mercato dell’arte cresce a velocità impressionante anche in tempi di crisi, con decine di fiere che ogni anno aprono i battenti in giro per il mondo. Seguirle tutte di persona è diventato quasi impossibile, a meno di non sfruttare la tecnologia virtuale. Per questo un gruppo d’architetti italiani trapiantati a New York ha creato un sito per visitare le fiere d’arte contemporanea attraverso lo schermo di un computer. La piattaforma, chiamata theFairgoer, mostra le opere online e permette di contattare le gallerie. Consente di raccogliere informazioni sugli artisti, i loro lavori e i prezzi a cui vengono venduti, come se si stesse passeggiando fra i padiglioni dell’esposizione.
“Quest’anno in un solo mese qui a New York si sono tenute contemporaneamente una dozzina di fiere d’arte”, dice Chiara Faliva, che ha creato theFairgoer insieme ad altri due soci nell’ottobre 2011. “A meno di non avere tempo illimitato e il dono dell’ubiquità, è difficile stare dietro a tutte”.

giovedì 31 maggio 2012

Tom Sachs in gita su Marte

Space Program: Mars, foto di Genevieve Hanson
L’odore di popcorn che ti accoglie entrando nell’immensa sala che ospita l’ultima installazione
dell’artista americano Tom Sachs a New York ti mette dell’umore giusto. Lo scultore ha riempito la hall di modellini spaziali, trasformando questa ex accademia militare in un teatro di posa dove va in scena una missione alla conquista di Marte. C’è tutto quel che occorre per creare la grande illusione, dalla rampa di lancio del missile alla sala controllo, con decine di schermi che proiettano le immagini di ciò che avviene durante le fasi dell’operazione. Sachs ha ricreato con il suo tipico stile bricolage, fatto di viti, compensato e sbavature, gli elementi della missione spaziale in scala reale: la navicella per sbarcare su Marte, il veicolo per esplorarla, le tute degli astronauti, i moduli per abitare sul pianeta. E quando non è stato possibile rispettare le dimensioni originali, come nel caso del missile, ha costruito modellini fedeli.

mercoledì 16 maggio 2012

Fatemi invecchiare in santa pace


Getty Images
Mica facile con quella faccia da eterno ragazzo. Ethan Hawke torna con un film dopo vari libri. Per ricordarci che è un artista "a tutto tondo", non solo l'ex marito fedifrago di Uma Thurman. E che ora è anche un uomo fedele e un bravo papà. Con un unico vizio: la vanità.
 
Ethan Hawke soffre della sindrome da poster boy. Appena maggiorenne, l’attore americano è diventato l’idolo delle teenager per la sua interpretazione dell’Attimo fuggente. Da allora ha continuato a recitare al cinema con successo (Giovani Carini e disoccupati, Prima dell’alba, Training day), ha fondato una compagnia di attori, diretto pièce teatrali e scritto due libri.

In barca a New York con Giovanni Soldini


Alla vigilia della partenza per battere il record di traversata atlantica fino a Cape Lizard (UK) abbiamo fatto un giro sulla barca del velista italiano nella baia di New York

 
Trasmesso su Sky Sport 24

domenica 13 maggio 2012

Baseball, debutto italiano allo Yankee Stadium


Alex Liddi è il primo italiano a giocare il Mlb, la serie A del baseball americano, e a mettere piede nel mitico stadio di New York per sfidare gli Yankees con i suoi Seattle Mariners.

lunedì 30 aprile 2012

Quando le mogli guadagnano più dei mariti


Nel suo libro The Richer Sex, Liza Mundy racconta la trasformazione in atto nelle famiglie americane, dove sempre più mogli guadagnano più dei mariti: al momento sono circa il 40%, ma nel giro di una generazione le donne con salari più alti degli uomini potrebbero diventare la maggioranza, creando un nuovo panorama di relazioni familiari, sessuali e lavorative.
“In America il ruolo del capofamiglia che percepisce lo stipendio principale è assunto sempre più di frequente da donne, senza che nessuno si lamenti o pensi che questo sia strano”, dice Liza Mundy.
Ci sono famiglie in cui questo fenomeno è maggiormente evidente?
“Un tempo, se la moglie guadagnava più, solitamente era perché il marito era disoccupato e non riusciva a trovare lavoro. Mentre oggi l’inversione dei ruoli è più evidente nelle famiglie con fasce di reddito medio-alte”.
Quali sono le ragioni che hanno portato a questo cambiamento?

giovedì 19 aprile 2012

Lothar Osterburg, the print-maker version's


Un vecchio proverbio dei paesi anglofoni dice: “One man’s trash is another man’s tresure”, cioè quello che per qualcuno è spazzatura, per altri è un tesoro. Da quando si è trasferito a New York, l’artista tedesco Lothar Osterburg sembra aver fatto di questo detto il suo motto, raccogliendo materiale di scarto che accumula nel suo studio per creare le sculture e le scenografie alla base delle sue opere.
“Il laboratorio è pieno di roba in attesa di essere riciclata”, dice Osterburg rovistando fra scaffali traboccanti di oggetti trovati per strada.

venerdì 13 aprile 2012

Magic-Bird, rivalità del basket diventa a teatro


Debutta a New York lo spettacolo sull'eterna sfida degli nemici-amici Magic Johnson e Larry Bird. Dalla fine degli anni Settanta, gli scontri fra l'ala dei Boston Celtics e il playmaker dei Los Angeles Lakers hanno elettrizato il basket Nba, incollando ai teleschermi i tifosi di mezzo mondo. Vent'anni dopo, i due giganti tornano a sfidarsi sul palcoscenico, nella speranza di riuscire a fare altrettanto con gli spettatori di Broadway.

Trasmesso da SkySport24

lunedì 9 aprile 2012

A bon viveur in Beverly Hills

Photo by Milton H. Greene
La villa di Summit Drive di Sammy Davis Jr. era un regno di mille metri quadrati dove il celebre cantante e attore si rifugiava dopo le tournée. Sempre animata da un costante viavai di ospiti. Che ruotavano intorno al bar del salotto, dove il padrone di casa amava preparare cocktails per tutti.

Quando comprò la sua prima casa in una delle vie più esclusive di Beverly Hills, Sammy Davis Jr. non chiese aiuto a un architetto per arredarla. La villa di Summit Drive era passata dalle mani di Tony Curtis a quelle di Joan Collins, e aveva bisogno di una rinfrescata. Ma l’intrattenitore, ancora oggi considerato l’artista di colore più famoso d’America, preferì fare di testa sua.

lunedì 2 aprile 2012

Missione impossibile: ripulire il Gange

Foto di Nicola Scevola
Veer Bhadra Mishra racconta il suo tentativo di purificare le acque del fiume più sacro - e in inquinato - del mondo. L'ingegnere idraulico, che è anche capo di uno dei templi più importanti di Varanasi, ha pensato un sistema sostenibile fatto di vasche di decantazione e alghe-spazzino.


Come le migliaia di fedeli indù che si recano in pellegrinaggio a Varanasi, ogni giorno Veer Bhadra Mishra prega rivolto al Gange e beve le sue acque marroni e puzzolenti. Mishra è la guida spirituale di uno dei templi più importanti della città e non può sottrarsi al dovere di venerare il fiume più sacro dell’India.

domenica 25 marzo 2012

Amore, sesso e velo


C’è chi porta la minigonna, chi si copre fino ai piedi. Ma quando si parla d’amore le done sono uguali. Due musulmane d’America hanno raccolto 25 storie che parlano di omosessualità, rapporti prematrimoniali, ribellioni. Per sfatare i luoghi comuni. E dire che al cuore non si comanda. Mai.


Tutti sembrano avere un’opinione sulle donne musulmane, soprattutto chi non ne ha mai conosciuta una. Questa è la premessa da cui parte Love Inshallah, nuovo libro che racconta le vere storie di venticinque musulmane americane in cerca d’amore. C'è il racconto di una lesbica ortodossa che fatica a riconciliare la sua identità sessuale con quella religiosa; di una donna che si pente di aver rinunciato al sesso prematrimoniale in nome della religione; di una che ricorda con piacere le scappatelle adolescenziali; quella che si ribella al matrimonio arrangiato, quella che invece ne apprezza i vantaggi. Le curatrici del libro credono che, quando si tratta d’amore, portare il velo o la minigonna faccia poca differenza. Le differenze culturali e l’estrema riservatezza con cui il tema è solitamente trattato, però, hanno contribuito a diffondere falsi stereotipi sul gentil sesso che prega Allah. Sia fra i non musulmani, che fra i membri della comunità stessa.

venerdì 9 marzo 2012

Abramovic:"Non sono la nonna della PerformArt"


Photo by Jean-Baptiste Mondino
Intervista all'artista serba alla vigilia dell'apertura della sua prima performance dopo la retrospettiva del Moma di New York

A giudicare dalle performance che l’hanno resa celebre in tutto il mondo, Marina Abramović può sembrare una persona ascetica e seriosa. Nel 1997 ha vinto un Leone d’Oro alla Biennale di Venezia pulendo un cumulo d’ossa di animali, simbolo delle atrocità delle guerre avvenute nella sua nativa Iugoslavia; nel 2002 si è rinchiusa per 12 giorni nella teca di una galleria senza mangiare. E nel 2010 è rimasta immobile per più di 700 ore a fissare negli occhi il pubblico del Moma di New York. Quando la s’incontra di persona, però, appare subito chiaro che dietro questi lavori estremi si nasconde una donna solare che ha voglia di ridere e scherzare, adora la moda e l’arredamento di design. Fino a qualche tempo fa, Abramović tendeva a nascondere questi lati del suo carattere per paura di compromettere il suo ruolo di artista impegnata. Oggi, invece, sa di non aver più bisogno di dimostrare nulla e si sente libera di esporre anche i suoi lati più umani.

venerdì 2 marzo 2012

Missoni e Cerruti: "La moda fa troppo sul serio"


Ottavio Missoni
Oltre ad essere due delle icone più conosciute della moda italiana, Ottavio Missoni e Nino Cerruti condividono una grande passione per lo sport e una certa dose di scetticismo nei confronti dell’industria che hanno contribuito creare. “Ottavio ed io abbiamo sempre vissuto la moda in maniera sportiva: ci entusiasmava ma non l’abbiamo mai presa troppo sul serio”, dice Cerruti al telefono dal suo studio di Biella. 
Nino Cerruti
“Il mondo dello sport ci ha insegnato a rispettare l’avversario, accettare le sconfitte e non porci traguardi irraggiungibili”, gli fa eco il collega 91enne dal suo ufficio nella provincia di Varese. Uno è stato olimpionico, l’altro solo appassionato; ma per entrambi lo sport ha rappresentato un’insostituibile fonte d’insegnamento e ispirazione. Missoni ha vestito la maglia azzurra nei 400 metri a ostacoli alle Olimpiadi di Londra del 1948 e ha cominciato la sua carriera producendo abbigliamento sportivo. Ai Giochi indossò una tuta da lui stesso confezionata.

venerdì 24 febbraio 2012

Jazz-Reggae in salsa etiope


“Mi piace creare i costumi per i miei concerti inspirandomi alla tradizione etiope”. Oltre che da una passione per la moda, l’abitudine della cantante africana Gigi di realizzare i suoi capi di scena nasce da una semplice necessità. “Sono alta rispetto alla media etiope e fatico a trovare vestiti della mia taglia”.
La musicista, 37 anni per 1,76 cm, è autrice di una serie di album di successo che mescolano ritmi tradizionali etiopi con jazz e raggae. Vive negli Stati Uniti da più di quindici anni e nella vita di tutti giorni ha adottato lo stile americano casual, fatto di jeans e magliette. Ma sul palcoscenico tiene a rendere omaggio alla sua terra natale.

venerdì 27 gennaio 2012

Stanford va online e prende tutti


Ogni settimana una coppia di professori dell’università californiana di Stanford dà lezione di Intelligenza Artificiale a più di 160.000 studenti. L’equivalente di due stadi olimpici che seguono contemporaneamente lo stesso corso. Ovviamente è impossibile farli stare tutti insieme. A meno che l’aula non sia la Rete. E le lezioni non siano impostate secondo un nuovo metodo interattivo che garantisce di coinvolgere gli alunni incollandoli ai computer.

venerdì 20 gennaio 2012

Button, il Golden Boy della Formula 1


Foto di Kerry Hallihan
Nessuno se n’è accorto, altrimenti ci sarebbe stata un’invasione di tifosi. Ma bastava salire al settimo piano di un parcheggio di lusso di Miami, disegnato dalle archistar svizzere Herzog & de Meuron, per vedere l’ex campione del mondo di Formula 1 Jenson Button giocare a nascondino fra le colonne di cemento, correre fra le macchine e farsi annaffiare con la canna dell’acqua. Button, così serio e posato in pista, si è prestato volentieri alle idee più bizzarre suggerite dal fotografo.

sabato 7 gennaio 2012

Ora voglio la minigonna

Foto di Luca Babini
Pubblicato su Amica:

"Visti i complimenti che mi avete fatto per le caviglie", dice Pierfrancesco Favino, "mi metterei volentieri una minigonna. Ma non vertiginosa". Nel frattempo sogna di "menare uno stupratore" e diventare il primo presidente donna della Repubblica Italiana.

C’è chi a certi giochi non si presta. E chi invece si diverte. Quando chiediamo a Pierfracesco Favino di indossare dei tacchi a spillo, lui non ci pensa due volte. Anzi rilancia proponendo di farsi fotografare mentre beve champagne dalla scarpa o solleva pesi con indosso un reggiseno di pizzo. E se questo non bastasse a rendere la situazione surreale, si mette pure a imitare la voce di Mastroianni e Pacino girando a torso nudo sul set improvvisato nella suite di un albergo di New York.