
Tutti sembrano avere un’opinione sulle donne musulmane, soprattutto chi non
ne ha mai conosciuta una. Questa è la premessa da cui parte Love Inshallah, nuovo libro che racconta
le vere storie di venticinque musulmane americane in cerca d’amore. C'è il racconto
di una lesbica ortodossa che fatica a riconciliare la sua identità sessuale con
quella religiosa; di una donna che si pente di aver rinunciato al sesso
prematrimoniale in nome della religione; di una che ricorda con piacere le
scappatelle adolescenziali; quella che si ribella al matrimonio arrangiato,
quella che invece ne apprezza i vantaggi. Le curatrici del libro credono
che, quando si tratta d’amore, portare il velo o la minigonna faccia poca
differenza. Le differenze culturali e l’estrema riservatezza con cui il tema è
solitamente trattato, però, hanno contribuito a diffondere falsi stereotipi sul
gentil sesso che prega Allah. Sia fra i non musulmani, che fra i membri della
comunità stessa.
Per sfatare il mito e aprire un dibattito, quindi, Ayesha Mattu e Nura Maznavi hanno chiesto alla comunità di musulmane d’America di aprirsi, raccontando in modo onesto le loro storie. Finendo col tratteggiare un ritratto moderno e umano di queste donne che hanno trovato un equilibrio fra le identità di fede, cuore e passaporto.
Per sfatare il mito e aprire un dibattito, quindi, Ayesha Mattu e Nura Maznavi hanno chiesto alla comunità di musulmane d’America di aprirsi, raccontando in modo onesto le loro storie. Finendo col tratteggiare un ritratto moderno e umano di queste donne che hanno trovato un equilibrio fra le identità di fede, cuore e passaporto.
Da dove nasce l’idea di
questo libro?
“Sulle donne musulmane è stato scritto molto, ma poco dalle dirette
interessate”, dice Nura Maznavi, avvocato di origini cingalesi specializzato in
diritti civili che vive a Los Angeles. “La letteratura esistente tende a
rinforzare la visione di una donna sottomessa e in balia degli uomini di
famiglia. Per smascherare questi pregiudizi abbiamo deciso di partire
dall’amore, sentimento universale con cui tutti si possono relazionare”.
Esistono altri
pregiudizi sulle donne musulmane?
“Da un lato ci sono quelli diffusi fra i non musulmani, spesso convinti che
le donne con il velo non provino desiderio sessuale o siano poco intelligenti e
troppo condizionate”, dice Ayesha Mattu, attivista dei diritti umani di origini
pachistane che vive a San Francisco. “E poi ci sono quelli comuni fra gli
uomini musulmani, che tendono a mettere la donna su un piedistallo ideale,
convincendosi che siamo tutte uguali. Le storie che abbiamo raccolto, invece,
mostrano esempi di donne molto diverse tra loro, ma accomunate dal modo
indipendente con cui cercano l’amore”.
Perché il tema della
sessualità resta ancora così difficile da affrontare all’interno della comunità
islamica?
AM: “Fra i musulmani esiste ancora un forte senso della riservatezza. Le
donne spesso temono il giudizio della comunità e hanno paura di causare
vergogna alle famiglie. Tutto ciò rende amore, sessualità e rapporti donna-uomo
temi difficili da affrontare, anche fra migliori amiche. Uno degli obiettivi
del libro è proprio quello di stimolare il dibattito all’interno della nostra
comunità”.
Secondo quali criteri
avete scelto i racconti che compongono il libro?
NM: “Le storie dovevano essere reali e le autrici essere innanzitutto
musulmane e americane. Volevamo che rappresentassero uno spettro più ampio
possibile: per razza, età, grado di religiosità e orientamento sessuale.
Abbiamo ricevuto oltre 200 proposte da tutti gli Stati Uniti e abbiamo scelto
le migliori”.
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Ayesha Mattu (sx) e Nura Maznavi (dx) |
Avete partecipato
scrivendo ognuna della propria esperienza amorosa. Come vi siete sentite nell’esporre
una parte così intima della vostra persona?
“Scrivere in modo onesto come ho conosciuto mio marito non è stato facile”,
ammette Mattu, che si definisce praticante devota. “Ci tenevo per solidarietà
nei confronti delle altre scrittrici. Ma ancora oggi i miei genitori non
condividono i motivi che mi hanno spinto a farlo”.
Il libro ha ricevuto
qualche critica dai membri più integralisti della comunità musulmana. Perché?
NM: “Il libro è stato accusato di avventurarsi fuori dai confini dell’Islam
perché trattava temi come l’omosessualità e il sesso prematrimoniale. Noi,
però, non abbiamo mai avuto intenzione di scrivere un codice di comportamento
amoroso. Volevamo solo presentare la realtà della vita delle donne musulmane
americane”.
Pubblicato su Tu Style
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