domenica 25 marzo 2012

Amore, sesso e velo


C’è chi porta la minigonna, chi si copre fino ai piedi. Ma quando si parla d’amore le done sono uguali. Due musulmane d’America hanno raccolto 25 storie che parlano di omosessualità, rapporti prematrimoniali, ribellioni. Per sfatare i luoghi comuni. E dire che al cuore non si comanda. Mai.


Tutti sembrano avere un’opinione sulle donne musulmane, soprattutto chi non ne ha mai conosciuta una. Questa è la premessa da cui parte Love Inshallah, nuovo libro che racconta le vere storie di venticinque musulmane americane in cerca d’amore. C'è il racconto di una lesbica ortodossa che fatica a riconciliare la sua identità sessuale con quella religiosa; di una donna che si pente di aver rinunciato al sesso prematrimoniale in nome della religione; di una che ricorda con piacere le scappatelle adolescenziali; quella che si ribella al matrimonio arrangiato, quella che invece ne apprezza i vantaggi. Le curatrici del libro credono che, quando si tratta d’amore, portare il velo o la minigonna faccia poca differenza. Le differenze culturali e l’estrema riservatezza con cui il tema è solitamente trattato, però, hanno contribuito a diffondere falsi stereotipi sul gentil sesso che prega Allah. Sia fra i non musulmani, che fra i membri della comunità stessa.
Per sfatare il mito e aprire un dibattito, quindi, Ayesha Mattu e Nura Maznavi hanno chiesto alla comunità di musulmane d’America di aprirsi, raccontando in modo onesto le loro storie. Finendo col tratteggiare un ritratto moderno e umano di queste donne che hanno trovato un equilibrio fra le identità di fede, cuore e passaporto.

Da dove nasce l’idea di questo libro?
“Sulle donne musulmane è stato scritto molto, ma poco dalle dirette interessate”, dice Nura Maznavi, avvocato di origini cingalesi specializzato in diritti civili che vive a Los Angeles. “La letteratura esistente tende a rinforzare la visione di una donna sottomessa e in balia degli uomini di famiglia. Per smascherare questi pregiudizi abbiamo deciso di partire dall’amore, sentimento universale con cui tutti si possono relazionare”.
Esistono altri pregiudizi sulle donne musulmane?
“Da un lato ci sono quelli diffusi fra i non musulmani, spesso convinti che le donne con il velo non provino desiderio sessuale o siano poco intelligenti e troppo condizionate”, dice Ayesha Mattu, attivista dei diritti umani di origini pachistane che vive a San Francisco. “E poi ci sono quelli comuni fra gli uomini musulmani, che tendono a mettere la donna su un piedistallo ideale, convincendosi che siamo tutte uguali. Le storie che abbiamo raccolto, invece, mostrano esempi di donne molto diverse tra loro, ma accomunate dal modo indipendente con cui cercano l’amore”.
Perché il tema della sessualità resta ancora così difficile da affrontare all’interno della comunità islamica?
AM: “Fra i musulmani esiste ancora un forte senso della riservatezza. Le donne spesso temono il giudizio della comunità e hanno paura di causare vergogna alle famiglie. Tutto ciò rende amore, sessualità e rapporti donna-uomo temi difficili da affrontare, anche fra migliori amiche. Uno degli obiettivi del libro è proprio quello di stimolare il dibattito all’interno della nostra comunità”.
Secondo quali criteri avete scelto i racconti che compongono il libro?
NM: “Le storie dovevano essere reali e le autrici essere innanzitutto musulmane e americane. Volevamo che rappresentassero uno spettro più ampio possibile: per razza, età, grado di religiosità e orientamento sessuale. Abbiamo ricevuto oltre 200 proposte da tutti gli Stati Uniti e abbiamo scelto le migliori”.
Ayesha Mattu (sx) e Nura Maznavi (dx)
Avete partecipato scrivendo ognuna della propria esperienza amorosa. Come vi siete sentite nell’esporre una parte così intima della vostra persona?
“Scrivere in modo onesto come ho conosciuto mio marito non è stato facile”, ammette Mattu, che si definisce praticante devota. “Ci tenevo per solidarietà nei confronti delle altre scrittrici. Ma ancora oggi i miei genitori non condividono i motivi che mi hanno spinto a farlo”.
Il libro ha ricevuto qualche critica dai membri più integralisti della comunità musulmana. Perché?
NM: “Il libro è stato accusato di avventurarsi fuori dai confini dell’Islam perché trattava temi come l’omosessualità e il sesso prematrimoniale. Noi, però, non abbiamo mai avuto intenzione di scrivere un codice di comportamento amoroso. Volevamo solo presentare la realtà della vita delle donne musulmane americane”.

Pubblicato su Tu Style

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