lunedì 31 marzo 2014

Tre giorni nella Hipsterland di Williamsburg, NYC


Il Williamsburg bridge sull'East river (foto Corbis)


Quando si dice New York, generalmente si pensa Manhattan, da sempre fulcro della Grande Mela. Da qualche tempo, però, il baricentro dinamico e creativo della città ha cominciato a spostarsi più a Est, nel quartiere di Brooklyn. E in particolare nella zona di Williamsburg, che sorge all’ombra del ponte omonimo. Quando loft e laboratori a buon mercato si sono esauriti a Manhattan, la scena artistica e musicale più effervescente si è trasferita oltre il fiume, trasformando questo ex-distretto industriale in un concentrato di boutique alternative, ristoranti per gourmand e locali hipster. Ecco qualche suggerimento per esplorare la zona in un fine settimana, fingendo di essere di casa.

martedì 25 marzo 2014

Erykah Badu, la Medusa della musica neo-soul

Photo by Francesco Carrozzini
“C’è chi dice che non bisogna guardarmi negli occhi, altrimenti si finisce ipnotizzati”. A lanciare l’avvertimento non è Medusa ma Erykah Badu, regina americana della musica neo-soul e vincitrice di numerosi dischi d’oro e Grammy Awards. Per mia fortuna l’avvertimento corre su un filo telefonico che ci collega mantenendo una distanza di sicurezza. Ma basta la sua voce vellutata per ammaliarmi al punto da far sembrare quasi normali le provocazioni che lancia attraverso la cornetta.
“Vorrei che quest’intervista la scrivessi stando nudo e accendendo dell’incenso”, esordisce la cantautrice 42enne prima di cominciare la conversazione. Inutile spiegarle che i miei colleghi non gradirebbero affatto e probabilmente finirei ricoverato prima ancora di aver concluso il pezzo. E’ sufficiente prometterle che cercherò di divertirmi scrivendo l’articolo, perché Badu si trasformi in un fiume in piena, parlando per più di un’ora di musica, moda, famiglia e vibrazioni cosmiche.

mercoledì 19 marzo 2014

La rinascita di un'arte in estinzione

Photo by Nicola Scevola
E’ il trionfo della reclam vecchio stile nell’epoca digitale: sui muri di New York stanno ricomparendo le pubblicità dipinte a mano. La possibilità di stampare poster di grande formato, aveva mandato in pensione questo modo di fare pubblicità negli anni Ottanta. Ma il gusto retrò e l'effetto della vernice sul muro vivo ha reso di nuovo di trendy questa tecnica, creando una nicchia di artisti, chiamati walldogs per l’abitudine che hanno di legarsi ai muri con corde robuste per evitare di precipitare mentre dipingono le facciate dei palazzi. Fare il walldog non è per tutti: oltre a saper dipingere con precisione fotografica, bisogna essere disposti a lavorare al sole e al gelo, sospesi in aria su strette impalcature. 

Pubblicato su Io Donna

giovedì 13 marzo 2014

Nan Goldin: "La mia vita sotto scatto"

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Courtesy Nan Goldin
Teschi di cartapesta, animali imbalsamati e una pericolosa attrazione per sesso e droghe. Siamo entrati a casa di Nan Goldin, una delle fotografe più controverse, che ha trasformato le sue esperienze in opere d'arte. 

Prima d’incontrare Nan Goldin ho la strana sensazione di conoscerla pur non avendola mai vista. D’altronde, osservare il lavoro della fotografa americana significa diventare partecipi degli aspetti più viscerali della sua vita: dal suicidio della sorella maggiore, passando per gli anni di tossicodipendenza, gli abusi da parte degli amanti e la perdita di tanti amici per overdose o Aids. Tutte esperienze che Goldin ha registrato con l’obiettivo della sua macchina fotografica a partire dagli anni Settanta. Così, quando ci ritroviamo faccia a faccia nel salotto della sua casa di Manhattan, risulta subito facile stabilire una connessione, anche se Goldin sta attraversando un momento stressante. Tra pochi giorni inaugurerà una mostra a Roma e dovrà traslocare a Brooklyn.

mercoledì 5 marzo 2014

Ji, pianista a cavallo fra Oriente e Occidente


Photo by Guillemain
Con il suo stile fatto di vestiti firmati, tatuaggi e collane appariscenti, il musicista sudcoreano Ji potrebbe passare facilmente per il leader di una boy-band di k-pop. Anche la confidenza con cui dialoga con i suoi fan via Twitter, con frasi a effetto tipo “senza di voi sarei un musicista qualsiasi, mi aiutate a parlare col cuore”, sembrano indicare la stoffa del teen-idol. Ma quando si siede al pianoforte a coda e le sue mani cominciano a danzare sui tasti diventa subito chiaro che Ji è un musicista di ben altra categoria.
“Sono un pianista classico ma ho una personalità funky e mi è sempre piaciuto esibirmi in pubblico”, riconosce parlando al telefono dal suo appartamento di New York.