Oggi teoricamente il mondo produce cibo
sufficiente per sfamare tutti i suoi abitanti. Il problema è che la ricchezza
non è equamente distribuita, quindi alcuni si abboffano mentre circa un
miliardo soffre la fame. Ma le previsioni per il prossimo futuro sono ancor più
fosche: la popolazione mondiale sta crescendo rapidamente e si prevede che nel
2050 sulla terra saremo 9,7 miliardi. A quel punto, le stime fatte delle
Nazioni Unite dicono che per dar da mangiare a tutti la produzione di materie
prime e cibo dovrà aumentare di circa 60%. Altrimenti, il numero di chi sente i
morsi della fame potrebbe moltiplicarsi. Questo perché, a detta degli esperti,
stiamo già producendo quasi il massimo possibile con i metodi oggi in uso. Ma
sfamare tutti non è l’unico problema. Bisogna anche assicurare che il cibo
abbia qualità nutritive adatte e che non sia portatore di virus e batteri,
alcuni dei quali difficilmente controllabili perché in continua evoluzione,
come la Escherichia Coli o la Listeria.
giovedì 5 maggio 2016
L'Indiana Jones della Siria
Le rovine di Palmira |
Il suo boss è uno dei peggiori dittatori
rimasti in circolazione. E quando si lavora per un referente del genere, il
rischio di restare isolati è altissimo. Per questo il capo del dipartimento
siriano per le antichità non smette di rimarcare il suo ruolo super partes. Il messaggio che tiene a
sottolineare è chiaro: la difesa del patrimonio siriano dalla guerra civile non
ha colore politico.
“E’ una questione di civiltà che riguarda
l’umanità intera”, dice il Maamoun Abdulkarim, l’archeologo incaricato di proteggere
gli oltre 10.000 siti mesopotamici, romani e bizantini da bombe, tombaroli e
fanatici islamisti capaci di prendersela con statue e templi antichi in nome di
un’interpretazione bislacca della religione.
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