lunedì 12 settembre 2016

Nel granaio d'America cresce il dissenso agrario

In un oceano di pannocchie e solitudine si mettono in dubbio alcune certezze e il viaggiatore europeo è costretto a rivedere molti stereotipi. A cominciare dalla questione Ogm.

L’odore si sente già uscendo da Dakota City sulla highway verso la zona industriale. Rugginoso e dolciastro. Oltrepassate le porte girevoli e una volta entrati nella reception della Tyson, il più grande mattatoio del mondo - 400 manzi uccisi e squartati ogni ora - l’odore del sangue inonda il cervello e ti fa vedere tutto rosso. Anche se tutto è bianco, e dal di fuori l’impianto potrebbe essere un’immensa fabbrica di frigoriferi. Impossibile entrare alla Tyson, è la Fort Knox della bistecca. Un simbolo troppo forte che potrebbe fare gola soprattutto agli animalisti, che nutrono un odio bestiale per questa catena di sgozzaggio, raccontata in Fast Food Nation da Eric Schlosser, che riuscì a introdursi nell’impianto grazie a un operaio messicano il quale voleva denunciare il “backstage” dell’hamburger, le condizioni di lavoro, il più pericoloso e malpagato della catena alimentare americana.

venerdì 2 settembre 2016

Saint Louis, la Sarajevo della guerra razziale

Il gateway Arch, simbolo di St Louis, MO
L’ondata di violenze a sfondo razziale che ha infiammato gli Stati Uniti è cominciata a Ferguson, sobborgo di Saint Louis, il 9 agosto del 2014 quando la polizia ha ucciso Michael Brown, ragazzo nero disarmato. Nei giorni successivi sono scoppiate le rivolte e il movimento Black Life Matters ha cominciato ad affermarsi, con l’escalation di molti casi simili in altre aree metropolitane nel Paese. 
Comincia dunque qui, dalla periferia di Saint Louis, l’alpha delle rivolte razziali moderne, il nostro viaggio in cinque puntate lungo il Missouri attraverso la cosiddetta Real America, l’America vera, quella che custodisce il mito della frontiera, lontano dalle grandi metropoli e dai riflettori della campagna elettorale. Questo viaggio fa parte di un progetto indipendente e multimediale che si chiama The River Journal Project e si propone di raccontare l’attualità e il contemporaneo attraverso i grandi fiumi del mondo.