La ventennale storia degli atelier
dell’artista Jan Yoors è una perfetta metafora dello sviluppo di Manhattan nel secondo
dopoguerra. L’artista belga sbarca a New York nel 1950 dopo anni di peripezie
che, durante la guerra, lo vedono lavorare per la Resistenza e internato in
vari campi di concentramento.
“Jan rimane affascinato dalla prosperità
degli Stati Uniti e decide subito di restare”, ricorda il figlio Kore, terzo
genito dell’artista fiammingo scomparso nel 1977.
Al termine del conflitto, Yoors non ha più
radici nella Vecchia Europa ed è pronto a ricominciare da capo. Si trasferisce
a New York insieme alle due donne con cui già convive e che negli States gli
daranno tre figli e diventeranno strette collaboratrici sul lavoro.