lunedì 25 aprile 2011
Usa, dove il mare si mangia le dune di sabbia
Pubblicato su Casa Vogue:
Pur di conquistarsi un posto sul lungomare della località più esclusiva dell’estate newyorkese, Billy Joel fece spallucce quando nel 2007 fu avvertito del pericolo che la villa che stava comprando sulla spiaggia di Sagaponack potesse essere inghiottita dal mare nel giro di pochi anni. Oggi il cantante ha rimesso la sua casa sul mercato. Ufficialmente la vendita è stata decisa in seguito al divorzio dalla terza moglie. Ma c’è chi ipotizza che i costi sostenuti per importare sabbia e mantenere l’oceano a distanza di sicurezza abbiano pesato sulla decisione.
Le spiagge degli Hamptons, sulla punta sudorientale della penisola di Long Island, sono famose per le dune di sabbia che digradano nell’acqua e le meravigliose ville che affacciano sull’oceano. Ma da quando negli anni Sessanta l’allora presidente della compagnia aerea Pan Am, Juan Trippe, convinse il genio miliare a costruire delle barriere subacquee perpendicolari alla costa per raccogliere sabbia e ampliare il bagnasciuga davanti alla sua proprietà, alcune località hanno cominciato a soffrire di una lenta erosione delle coste. Gli argini di cemento hanno infatti bloccato il flusso di roccia sedimentaria che per secoli ha alimentato le spiagge della costa meridionale di Long Island. Con il risultato che i proprietari delle esclusive ville che sorgono sul lungomare a ovest dell’argine, fra cui Billy Joel, il finanziere Fred Seegal e Ronald Lauder (dei cosmetici), sono costretti a spendere migliaia di dollari nel tentativo di tentare di contenere l’erosione.
“L’intervento umano ha causato il progressivo sgretolamento delle dune”, conferma Larry Penny, direttore del dipartimento di risorse naturali di East Hampton. “E dopo le dune, ci sono le case”.
Nel 2009, Lauder ha speso ben 100.000 dollari per trasportare nuova sabbia davanti alla sua casa e piantarci un’erba particolare che avrebbe dovuto trattenerla. Ma il vento di nordest l’ha spazzata via nel giro di una stagione, e lo scorso anno l’ereditiere ha dovuto riprovarci, questa volta fermando la sabbia con grandi teloni di plastica nascosti sotto la superficie.
Il comune di South Hampton, responsabile per le spiagge maggiormente colpite, Sagaponack e Wainscott, ha denunciato il comune limitrofo nel tentativo di costringerlo a distruggere gli argini. Si calcola che occorrano circa 100 milioni di dollari per abbattere ogni barriera, che si estende fino a 100 metri dalla riva.
Il tentativo, però, ha incontrato l’opposizione della comunità dei surfisti locali, che sostengono che gli sbarramenti subacquei creino le condizioni perfette per divertirsi con le onde. E quella imprescindibile del tribunale, non convinto del fatto che le barriere artificiali siano le uniche responsabili della continua erosione.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento