venerdì 12 aprile 2013

Passion & Prejudice

Foto di Grey Villet
La battaglia di Richard e Mildred Loving. Negli Usa degli anni Cinquanta, la piccola storia di un grande amore per la propria famiglia e i propri diritti ha cambiato per sempre le leggi che regolano i rapporti interraziali in America. 

Richard e Mildred Loving non avevano intenzione di diventare paladini dei diritti civili in America. Volevano solo vivere nella loro Virginia natale e crescere i figli in pace. Ma quando, nell’estate del 1958, lo sceriffo della contea di Caroline irruppe in casa loro nel mezzo della notte per arrestarli con l’accusa di “incrocio razziale”, i due sposi furono costretti a chiedere aiuto.
Richard è bianco e Mildred è parte nera e parte nativa americana. E nella Virginia degli anni Cinquanta il matrimonio interraziale è considerato un grave reato. Central Point, il paese dove vive la coppia, è povero ma ben integrato. Richard fa il muratore e da sempre è abituato a lavorare con afroamericani. E’ appassionato di gare di dragster e ha una macchina truccata con cui corre insieme a due amici neri. Uno di questi ha una sorella, Mildred, e una sera la presenta a Richard. I due si piacciono, s’innamorano e decidono di sposarsi senza troppo pensare alle conseguenze del loro gesto, che nel giro di poche settimane li porta dritti in galera.

Dopo qualche notte in prigione, i Loving sono scarcerati, ma il giudice li obbliga all’esilio. La coppia si trasferisce controvoglia a Washington, D.C. dove il loro matrimonio è considerato legale, ma quando torna in Virginia per visitare le famiglie è arrestata di nuovo. La battaglia legale che scaturisce dura nove anni e segna una tappa fondamentale nel movimento per l’affermazione dei diritti civili.
Contrariamente ad altri casi, in cui i media sono usati per influenzare l’opinione pubblica ed esercitare pressione indiretta sui giudici, durante l’intero processo i Loving preferiscono mantenere un profilo basso, rilasciando poche interviste ed evitando qualsiasi esposizione inutile. E il pubblico reagisce dimenticando presto la loro storia.
“Non volevano alcuna pubblicità”, ricorda Philip Hirschkop, avvocato che allora difese la coppia davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti. “Un po’ per evitare di diventare bersaglio degli estremisti del Ku Klux Klan, ma soprattutto perché tenevano alla loro privacy. Erano persone timide e riservate”.
L’unico giornale a cui la coppia concede accesso è Life magazine, che manda il fotografo sudafricano Grey Villet a casa loro per due settimane. I Loving, però, chiedono al magazine di dare alla storia uno spazio ridotto. Pur essendo famoso per i suoi lunghi reportage fotografici, il giornale accetta, finendo col pubblicare solo poche pagine e selezionando le foto più neutre fra quelle scattate da Villet. Il fotografo è famoso per la sua capacità di svelare la natura intima dei soggetti ritratti, mettendoli a proprio agio come se le sue lenti fossero invisibili. Ha coniato anche un termine, psychograph, per descrivere le immagini più riuscite, che rivelavano la psiche di una persona attraverso gesti spontanei. Durante il suo soggiorno con i Loving, Villet scatta migliaia immagini, usando spesso lenti lunghe per essere meno intrusivo. E fra le circa cento che offre al giornale, ci sono molti scatti carichi di emozioni.
Durante il processo, il procuratore dello Stato della Virginia sostiene che i figli nati da matrimoni interraziali sono “vittime e martiri dei loro genitori”. Ma le immagini di Villet dei tre bambini dei Loving che giocano e ridono comunicano esattamente il contrario. Peccato che queste non siano viste da nessuno. Le immagini pubblicate, infatti, sono fredde: niente lacrime, niente baci, nessuna intimità. I coniugi non sembrano neanche sfiorarsi e sono sempre ritratti insieme ad altri.
“Le foto scelte da Life non svelano il motivo reale che spinse queste due persone a lottare in corte per tornare a vivere da marito e moglie nella loro terra natale”, dice Erin Barnett, curatrice della mostra organizzata lo scorso anno dall’International Center of Photography di New York con le immagini scartate da Life, che Casa Vogue pubblica in queste pagine. “Richard e Mildred affrontarono questa battaglia in nome del profondo amore che li univa e le foto di Villet lo mostrano”.
Il settimanale aveva spesso dedicato spazio a temi legati ai diritti civili, come le lotte contro la segregazione nelle scuole o contro la discriminazione sul lavoro. Ma questo caso era diverso: toccava un argomento ancora molto controverso nella società americana. Secondo un sondaggio dell’Istituto Gallup, nel 1958 solo il 4% degli americani approvava le unioni fra persone di razze diverse. 
“Life era un giornale popolare e probabilmente temeva di offendere la sensibilità dei lettori”, spiega Barnett.
Il risultato è che gli scatti più evocativi e simbolici che raccontano la storia dei Loving finiscono nel dimenticatoio. Fino a quando, una film maker s’incuriosisce del caso dopo aver letto sui giornali il necrologio di Mildred Loving e decide di girare un documentario sulla storia.
“Era il 2008 e un candidato alla presidenza come Barack Obama non sarebbe potuto neanche esistere senza i Loving”, ricorda Nancy Buirski, autore del documentario intitolato The Loving Story. “Il loro caso è alla base della libertà di matrimonio in questo paese ed è reso ancora attuale dal dibattito sul riconoscimento dei matrimoni gay”.
Per realizzare il film, Buirski ha bisogno d’immagini. I protagonisti sono entrambi scomparsi: Richard in un incidente d’auto avvenuto pochi anni dopo la sentenza che nel ‘67 riconosce l’incostituzionalità della legge contro i matrimoni interraziali. E Mildred nel 2008, stroncata da una polmonite all’età di 68 anni, mentre viveva ancora nella casa di Central Point in cui è ritratta nelle foto. L’unica superstite è Peggy Loving, la figlia dei coniugi. Che in un cassetto conserva una settantina di foto dei genitori, scattate nel 1965 quando la famiglia aveva ottenuto un permesso temporaneo di tornare a vivere nella loro casa in Virginia in attesa di giudizio.
“Erano le foto che Life aveva scartato e Grey aveva regalato ai Loving”, dice Barbara Villet, giornalista e vedova del fotografo scomparso nel 2000. “Era rimasto toccato dal lato umano della vicenda, dalla storia d’amore fra Richard, Mildred e la loro famiglia”.
Le immagini hanno dato a Buirski l’opportunità di raccontare in video questa storia praticamente dimenticata dal pubblico americano. E di riesumare le foto inedite di Villet, che andranno nuovamente in mostra a New Orleans il giugno prossimo.
“I Loving non volevano cambiare il mondo, ma solo tornare a casa loro”, dice Buirski. “Erano due persone umili senza ambizioni politiche. Ma la loro storia è importante proprio perché dimostra che chiunque può fare la differenza”.

Pubblicato su Casa Vogue

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