L'asta si è svolta ieri a New York nella sede di Christie's nonostante la richiesta degli eredi di bloccare la vendita. Ignota l'identità del compratore. Sulla vicenda sta indagando la procura di Campobasso
La Pantera Rosa è passata di mano. Nella sede newyorkese di Christie’s ieri è stato battuto all’asta per 39,3 milioni di dollari (circa 30 milioni di euro) il diamante rosa rarissimo, appartenuto al senatore Renato Angiolillo e sparito misteriosamente alla morte della sua consorte, Maria Girani. La saga di questa pietra, chiamata in realtà Princie Diamond, ricorda quella del diamante rubato che dà il titolo al film La pantera rosa, con Peter Seller nei panni dell’ispettore Clouseau. La pietra preziosa si è volatilizzata nel 2009 e gli eredi di Angiolillo l’hanno cercata per anni, fino a quando l’inchiesta di Io Donna l’ha localizzata a New York. Pur avendone confermato l’identità, però, Christie's ha ignorato la diffida a venderla, inoltrata dagli eredi e ieri ha messo il diamante all’incanto nella sua sede del Rockefeller Center. La vendita è cominciata al mattino, con il lotto più atteso del Princie Diamond fissato nel pomeriggio per il gran finale.Contrariamente alle aspettative, però, l’atmosfera al momento della vendita era pacata, quasi sotto tono. "Non c’è stata nessuna sorpresa, nessuna emozione”, dice Patrizia Di Carrobio, ex responsabile del Dipartimento gioielli di Christie's presente in sala. “Anche se il prezzo finale è una cifra del tutto rispettabile per quella pietra”. Nel 2010, un diamante rosa di “soli” 24 carati, dieci meno del Princie, era stato battuto da Sotheby's a Ginevra per circa 45 milioni di dollari, la cifra record mai battuta per una gemma. Ma chi si aspettava di più dall'asta di ieri, pare non abbia tenuto conto del fatto che la pietra di Sotheby's, pur essendo più piccola, era di un rosa più intenso e più raro. Resta curioso, tuttavia, che il Princie sia stato presentato con una base di prezzo di venti milioni, considerando che il venditore lo aveva acquistato in Svizzera per una cifra superiore. Al momento di battere la pietra contesa, nella stanza c’era un centinaio di persone al massimo, fra curiosi, impiegati della casa d’aste e addetti ai lavori. Fra i gioiellieri di spicco presenti c’erano Goldberg, Phillips e Gol. Per evitare l’intervento a sorpresa di qualche offerente sconosciuto, Christie’s aveva chiesto a chiunque fosse interessato alla pietra di presentare le proprie credenziali “almeno 24 ore prima dell’inizio dell’asta”.
Contrariamente agli altri gioielli in vendita, mostrati solo in foto, il diamante rosa è stato presentato dal vivo da una hostess che indossava un lungo abito in tinta con la pietra. Nonostante l’introduzione pomposa, però, la vendita si è svolta rapidamente e senza brio. Il prezzo di partenza era venti milioni di dollari, che nel giro di un paio di minuti è lievitato a 35 (esclusa la commissione di Christie’s) grazie all’intervento di due offerenti. Ma l’impressione di chi ha assistito dal vivo, era che in realtà il compratore fosse uno solo, un anonimo rappresentato al telefono da un dipendente della Casa d’aste. Non si è mai capito, infatti, chi fosse la persona in sala da cui il battitore accettava le controfferte che si opponevano a quelle al telefono. “Quando il prezzo raggiunto è inferiore alla riserva, può capitare che per far muovere l’asta il battitore accetti offerte immaginarie”, spiega Di Carrobio che quando lavorava per Christie’s ha diretto varie aste e oggi continua a trattare pietre preziose per conto proprio.
La riserva è il prezzo fissato dal venditore sotto al quale Christie’s non è autorizzata a battere l’oggetto. Questo non è mai rivelato al pubblico, ma se nessuno dei partecipanti offre una cifra più alta, l’asta finisce in nulla. La vendita del Princie Diamond è stata la più cara mai realizzata da Christie’s per un gioiello, ma fino all’ultimo momento c’è stato il dubbio che il lotto potesse essere ritirato, vista la sua storia controversa. Il principale sospettato per la scomparsa della pietra è il figlio di primo letto di Maria Girani, Marco Oreste Bianchi Milella. Sulla vicenda sta indagando la procura di Campobasso, cui i legittimi eredi del senatore Angiolillo hanno chiesto di emanare una rogatoria internazionale per bloccare la vendita. Pur essendo al corrente della vicenda, però, il consolato italiano a New York non è stato contattato dagli eredi in caccia del diamante, e neanche dai giudici molisani. “Nessuno ci ha allertato”, dice il viceconsole a New York, Lucia Paqualini. “Le procure possono muoversi in modo indipendente e non sono tenute a informare le sedi consolari”. «Non posso rilasciare commenti su un'inchiesta ancora coperta dal segreto investigativo» ha spiegato il legale di Renato junior Angiolillo, Luigi Iosa, «sono certo, però, che gli inquirenti faranno un ottimo lavoro e gli Angiolillo avranno quello che è loro in termini di risarcimento del danno».
Con i suoi 34.65 carati, pari a 6.93 grammi, il Princie Diamond è il quinto più importante al mondo. Ha caratteristiche eccezionali e una storia antica che s’intreccia con quella di una dinastia reale indiana-->, proprio come la Pantera Rosa del film. Non stupisce quindi che gli eredi Angiolillo vogliano fare di tutto per riaverlo. Ora che è stato venduto, però, anche l’approvazione di una rogatoria internazionale potrebbe rivelarsi inutile. Chissà, infatti, dove lo porterà il nuovo proprietario. Come da consuetudine, Christie’s non ha voluto rivelare l’identità di chi si è aggiudicato la pietra, contribuendo così a infittire ulteriormente il mistero. A questo punto, per risolvere il caso forse non resta che sperare nell’intervento dell’ispettore Clouseau.
Pubblicato su Io Donna
Nessun commento:
Posta un commento