
Pubblicato su Casa Vogue:
Tutte le domeniche alle quattro del pomeriggio Marjorie Eliot apre le porte del suo salotto a un gruppo di sconosciuti. L’ambiente è spartano, senza mobili, con un pianoforte in un angolo, qualche ritratto di jazzisti famosi alle pareti e decine di sedie pieghevoli sparse. Per guadagnare spazio, le seggiole sono sistemate anche nella cucina e nel corridoio di questo modesto appartamento. Spesso però la gente è così tanta da dover sostare sul pianerottolo. I concerti jazz che questa signora sulla sessantina organizza da 15 anni nella sua casa di Harlem, infatti, sono diventati una tradizione del quartiere.
Eliot, attrice e pianista, ha cominciato a riunire musicisti nel suo appartamento per superare il dolore procurato dalla morte di un figlio.
“Philip morì di domenica e da allora quello è diventato il giorno più faticoso della settimana”, dice Eliot accarezzando il piano con le lunghe dita affusolate. “Ricordarlo attraverso la musica è stato un gesto spontaneo”.
L’atmosfera durante i concerti è intima e familiare, con tanto di torta casalinga offerta nella pausa, ma i musicisti che si esibiscono sono professionisti all’altezza della tradizione del palazzo. Nello stesso edificio, al 555 di Edgecombe Avenue, Count Basie, Duke Ellington e Coleman Hawkins erano di casa.
L’unico elemento fisso del quartetto che si esibisce ogni domenica è Eliot, che apre il concerto al piano. Gli altri variano secondo la musica che si suona, solitamente brani di maestri del jazz alternati a qualche canzone della tradizione gospel.
Insieme all’altro figlio, Rudel, dal 1995 Eliot non ha mancato un appuntamento. Inizialmente la voce di queste jam session casalinghe si è sparsa per il quartiere, poi “la musica ha preso vita da sé” e il pubblico è cresciuto fino a riempire l’appartamento. Nonostante il successo, e l’impegno che costringe la padrona di casa a liberare il suo appartamento ogni settimana, Eliot non ha mai voluto far pagare un ingresso. Alla fine del concerto viene passato un cestino per chi vuole fare una donazione, ma l’esperienza rimane essenzialmente gratuita.
“Il mio scopo è celebrare la memoria dei miei cari”, sottolinea Eliot. “E quello che ricevo dal pubblico sotto forma di calore umano è sicuramente più di quello che investo”.
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