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martedì 9 settembre 2014

Per un pugno di....pepite

Photo by Sarina Finkelstein
Quest'anno in California la crisi e la siccità degli ultimi mesi hanno spinto molti a tentare l'avventura: comprano carriole, pale, setacci e iniziano a cercare lungo il fiume. C'è chi trova pepite. Ma il vero tesoro è....vivere nella natura.

Quest’anno il sole della California è tornato a scaldare la febbre dell’oro. Negli ultimi mesi lo stato americano è stato colpito da una siccità record che ha messo a repentaglio l’agricoltura e imposto ai suoi abitanti limitazioni nel consumo dell’acqua. Oltre a portare danni e preoccupazione, però, l’abbassamento del livello di laghi e fiumi ha reso accessibili luoghi prima nascosti dall’acqua, innescando una nuova corsa all’oro.

Con il mercato del lavoro ancora in affanno e il prezzo del metallo prezioso ai massimi storici, molti nuovi cercatori si sono presentati nei vecchi empori dei villaggi della Sierra Nevada per dotarsi di pala, setaccio e batea, il piatto che si usa per raccogliere l’oro, da sempre simbolo dei cercatori.

martedì 13 novembre 2012

Bye Bye Occupy


Occupy Wall Street by Lalo Alcaraz
Si scrive Occupy, ma si pronuncia occupai. E in italiano, il suono del nome finisce per descrivere bene lo stato attuale del movimento anticapitalista nato l’anno scorso dall’occupazione del centro finanziario di New York. Dopo aver catturato l’attenzione del pubblico americano per vari mesi con proteste e occupazioni contro lo strapotere delle corporazioni, il movimento di Occupy Wall Street sembra infatti già appartenere al passato remoto. Tutti i presidi sorti in giro per gli Stati Uniti sono stati sgomberati. Una spedizione che quest’estate ha attraversato l’intero paese per dare supporto ed energia al movimento è fallita. E per il primo anniversario della protesta, caduto a metà settembre, a New York sono scese in piazza sì e no duemila persone: meno dei poliziotti chiamati a vigilarle.
Con le elezioni presidenziali alle porte, questo avrebbe dovuto essere l’anno della riscossa del movimento. Come lo è stato per il Tea Party, ala radicale dei conservatori riuscita addirittura a imporre ai repubblicani la candidatura di Paul Ryan accanto a Mitt Romney. Invece la rivolta dei 99% sembra ormai essere evaporata, ridotta ai margini della battaglia dalla mancanza di un’organizzazione centrale e un progetto condiviso. Ma come ha fatto un movimento che solo l’anno scorso galvanizzava l’America a squagliarsi come una medusa al sole?

lunedì 30 aprile 2012

Quando le mogli guadagnano più dei mariti


Nel suo libro The Richer Sex, Liza Mundy racconta la trasformazione in atto nelle famiglie americane, dove sempre più mogli guadagnano più dei mariti: al momento sono circa il 40%, ma nel giro di una generazione le donne con salari più alti degli uomini potrebbero diventare la maggioranza, creando un nuovo panorama di relazioni familiari, sessuali e lavorative.
“In America il ruolo del capofamiglia che percepisce lo stipendio principale è assunto sempre più di frequente da donne, senza che nessuno si lamenti o pensi che questo sia strano”, dice Liza Mundy.
Ci sono famiglie in cui questo fenomeno è maggiormente evidente?
“Un tempo, se la moglie guadagnava più, solitamente era perché il marito era disoccupato e non riusciva a trovare lavoro. Mentre oggi l’inversione dei ruoli è più evidente nelle famiglie con fasce di reddito medio-alte”.
Quali sono le ragioni che hanno portato a questo cambiamento?

mercoledì 1 dicembre 2010

America's Sweethearts


Pubblicato su Uomo Vogue:
Entrando nello spogliatoio delle cheerleaders della squadra di football dei Dallas Cowboys non si fatica a credere di essere nella sede delle ragazze pom pom più famose d’America. La stanza all’interno dello stadio è grande quanto quella dei giocatori di football, ma nell’aria aleggia un profumo di borotalco e lacca per capelli.

sabato 27 novembre 2010

Appello dall'università di Yale per Pompei

La professoressa Diana Kleiner: "Il mondo adotti quelle preziose rovine".

“Se per risolvere il problema dei cani randagi nelle rovine di Pompei si è pensato a una campagna di adozione, perché non fare altrettanto con i monumenti dell’antica città?”

martedì 2 novembre 2010

Harlem, dove il Jazz è di casa


Pubblicato su Casa Vogue:
Tutte le domeniche alle quattro del pomeriggio Marjorie Eliot apre le porte del suo salotto a un gruppo di sconosciuti. L’ambiente è spartano, senza mobili, con un pianoforte in un angolo, qualche ritratto di jazzisti famosi alle pareti e decine di sedie pieghevoli sparse. Per guadagnare spazio, le seggiole sono sistemate anche nella cucina e nel corridoio di questo modesto appartamento.

mercoledì 20 ottobre 2010

Do You Speak Shungni?


Pubblicato su Io Donna:
Passeggiando per New York con le orecchie tese, capita di sentire parlare decine di lingue diverse dall’inglese. Molte volte sono lingue comuni come lo spagnolo, il cinese o l’arabo. Alcune volte, invece, si tratta idiomi rari, usati ormai più fra gli immigrati americani che nei rispettivi luoghi d’origine.