martedì 19 novembre 2013

Il nuovo Whitney Musuem di Renzo Piano

Granito ed elitismo contro vetro e integrazione. Le differenze fra gli stili architettonici della vecchia sede del Whitney Museum e quella nuova che sta sorgendo nel Meatpacking District non potrebbero essere più evidenti. Con poche finestre e pareti di pietra, l’edificio modernista disegnato da Marcel Breuer negli anni Sessanta sembra fatto apposta per mantenere una certa distanza fra il pubblico e l’arte custodita al suo interno. Al contrario, la nuova sede del museo firmata da Renzo Piano, che aprirà nel 2015, è pensata per essere trasparente e accessibile.
“E’ lo stesso tema affrontato più di quarant’anni fa con il progetto del Pompidou di Parigi”, dice Piano durante una visita al cantiere della nuova sede. “Aprire a tutti la cultura con la C minuscola”.
Il Whitney Museum è specializzato in arte americana moderna e contemporanea e possiede una delle più grandi collezioni del paese. Ma gli spazi ridotti dell’edificio di Breuer nell’Upper East Side costringono il museo a tenere la maggior parte delle opere in depositi.
Per questo, il Whitney ha chiesto all’architetto genovese di costruire una sede più grande in un appezzamento di terra stretto fra l’Hudson River e la High Line, il giardino sopraelevato che collega il Meatpacking a Chelsea. Al termine dei lavori, il nuovo museo offrirà 1600 metri quadri di spazi espositivi in più rispetto allo storico edificio di Breuer, che sarà rilevato dal Metropolitan Museum. 
Piano descrive la sede in costruzione come “un monolite sollevato da terra che evita d’impossessarsi della strada”. Il pianterreno è aperto al pubblico, come una piazza. Sopra fluttuano le gallerie espositive, quattro piani di loft senza colonne, con finestre dal pavimento al soffitto. E ogni galleria è dotata di un’ampia terrazza che proietta i visitatori verso la città.

“Sarà come una stratigrafia urbana, che a ogni piano offre la possibilità di scoprire New York da una prospettiva diversa”, spiega l’architetto.
Il design è arioso e leggero, meno impositivo di quello di Breuer, tanto che alcuni critici l’hanno definito scialbo. Ma questo, secondo Piano, non è un difetto.
“E’ un edificio semplice che dà priorità all’arte e all’integrazione con la comunità”.
La location scelta dal Whitney è resa più interessante dalla vicinanza con la High Line: la parte nord del museo chiude un’estremità della sopraelevata e il museo potrebbe diventare un polo d‘attrazione per le migliaia di persone che ogni anno la visitano. Il Whitney ha già in programma di sfruttare la facciata che dà sulla passeggiata per proiettare opere visibili dall’esterno.
Oltre a offrire luce e vista sull’acqua, la vicinanza al fiume Hudson ha anche costretto l’architetto genovese a fare i conti con il meteo. Durante l’uragano Sandy il cantiere è stato sommerso,
evidenziando la necessità di prendere precauzioni. Al posto di essere relegate sottoterra, come in altri musei, i depositi temporanei delle opere saranno al quinto piano. Gli ingressi saranno impermeabilizzati, così come i vetri e le fondamenta. E ci sarà un sistema di barriere smontabili che copre il perimetro dell’edificio.


Pubblicato su Casa Vogue

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