Basta uno sguardo al grande becco giallo
dipinto sugli aerei della Nok Air per intuire che dietro la prima compagnia low
cost thailandese c’è un uomo particolare. Il fiume di tweet generato a ciclo
continuo dal suo numero uno, Patee Sarasin, e le canzoni pop che sforna di
frequente, non fanno altro che confermare che questo manager 51enne ha davvero
una personalità fuori dal comune. Sarasin appartiene a una famiglia dell’elite
thailandese che annovera primi ministri e consiglieri del re nel suo albero genealogico.
Educato in Inghilterra e negli Stati Uniti, guida Nok Air dal 2004. Prima di
diventare amministratore delegato della compagnia no-frills, ha lavorato per
agenzie di comunicazione e pubblicità, importando uno stile informale al
business del trasporto aereo, con biglietti venduti ai bancomat e hostess
votate dal pubblico attraverso show TV stile X Factor.
Molte aziende di successo tendono ad avere
storie leggendarie sulla loro creazione: si racconta che Steve Jobs abbia
inventato il primo PC nel garage di casa dei genitori e che Jack Dorsey abbia
ideato Tweeter in un parco giochi di San Francisco. A volte è difficile
stabilire quanto questi racconti siano reali o frutto di una strategia di
comunicazione. Di fatto, anche Sarasin ha una storia che spiega com’è passato
dal gestire un’agenzia di comunicazione a un’aviolinea con una flotta di una
ventina di aerei.
“Mi fui chiesto di elaborare una strategia
di marketing per il lancio della compagnia”, dice Sarasin al telefono da
Bangkok. “E quando presentai le mie proposte agli investitori, si
entusiasmarono a tal punto da chiedermi di guidare la compagnia di persona”.
Per rafforzare l’idea che Nok Air è una
compagnia giovane e alternativa, Sarasin ha utilizzato anche mosse controverse,
ad esempio specificando nei bandi di assunzione che cercava solo hostess sotto
i 25 anni, ben proporzionate e senza apparecchi ortodontici. E non ha esitato a
divenire il volto pubblico della compagnia, adottando un atteggiamento
anticonformista e scanzonato. Ogni anno Sarasin si esibisce in concerti
sponsorizzati da Nok Air con la sua band, PP Project, suonando canzoni pop che
ricordano una versione asiatica di Gigi d’Alessio. E quotidianamente manda
decine di tweet ai suoi 100.000 followers, mettendo a nudo i dettagli più privati
della sua vita.
“La trasparenza permette alla gente di
vedermi come un uomo qualunque, anziché come un super-manager che vive fuori
dalla realtà. E questo atteggiamento aiuta il mio business”.
Pubblicato su L'Uomo Vogue
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