Fino a poco tempo fa il vinile era considerato una razza in via
d’estinzione, spodestato dalla rivoluzione digitale cominciata con i CD e
continuata con l’arrivo di internet e MP3. Da simbolo della musica per
eccellenza, negli anni Novanta gli LP sono diventati cimeli da collezione,
comprati esclusivamente da una nicchia di musicofili e DJ. Il torrente di file
e download sembrava destinato a mandare definitivamente in pensione i dischi
solcati. Fino a quando la nuova generazione di digital native ha cominciato a sentire la mancanza di un rapporto
più fisico con la musica. E il vinile è improvvisamente ritornato di moda.
Oggi tutte le principali case discografiche hanno ricominciato a produrre
LP, e non lo fanno certo per fare un favore alla nicchia di puristi attempati
che non ha mai smesso di comprarli. Seppur ancora ristretta, la voglia di 33
giri è tornata anche fra i consumatori più giovani, nati dopo l'avvento dei CD.
Un esempio è l'ultimo album dei Daft Punk di cui, nella prima settimana
dall’uscita, sono stati venduti quasi 20.000 album su un totale di 340.000
copie.
“La versione LP di Random Access Memories è andata sold out in pochi
minuti”, dice Josh Madell, proprietario di Other Music, mecca newyorkese
specializzata in vinili. “E in generale l’età di quelli che comprano dischi da
noi si è decisamente abbassata”.
Ma non si pensi che il successo del disco del duo francese sia dovuto
esclusivamente alla qualità eccezionale della produzione, destinata a
guadagnare nella versione in vinile. Anche altre band funzionano in versione
analogica: vende bene l’ultimo album degli islandesi Sigur Rós, Kveikur, e quello
della band scozzese Boards of Canada, Tomorrow’s Harvest. E anche gruppi più
seguiti dagli adolescenti, come i Vampire Weekend e i National, sono usciti con
versioni a 33 giri per soddisfare le richieste dei fan.
Le grandi catene americane, sempre pronte a reagire ai cambiamenti del
mercato, hanno preso nota. Il marchio di abbigliamento Urban Outfitters ha
cominciato a vendere una selezione di LP e di giradischi e Best Buy,
supermercato dell’elettronica, ha riaperto una sezione dedicata ai vinili.
Anche la galleria d’arte Gagosian ha aggiunto alcuni album con copertine
disegnate da artisti agli oggetti di design venduti nel suo negozio di New York.
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Courtesy of Brooklynphono |
La nuova tendenza è corroborata dalle statistiche. Secondo Nielsen
SoundScan, nel 2012 le vendite di vinili negli Stati Uniti sono salite del 18%
rispetto all’anno precedente e quest’anno promettono di fare altrettanto. Ma ci
sono anche altri dati che indicano la salute del settore. Quest’estate a Londra
ha aperto una biblioteca specializzata unicamente in 33 giri. Audio Tuning,
ditta austriaca che produce fra i migliori giradischi sul mercato, vende circa
8.000 apparecchi al mese. E le stamperie di vinili sono tornate a riaprire i
battenti: negli ultimi cinque anni, ne sono nate una dozzina solo negli States.
Certo, i numeri rimangono sempre bassi rispetto alle vendite totali di musica,
dominate dai download digitali, ma sono un buon indicatore della rivalutazione
del supporto analogico.
“Nell’ultimo anno c’è stata una vera esplosione di richieste”, conferma
Steve Sheldon, direttore di Rainbo Records, una delle più grandi fabbriche americane
di vinili che pressa 7 milioni di dischi l’anno. “E sono i giovani fra i 14 e i
24 anni la forza che trascina questa domanda”.
Ma perché questo formato, decisamente più
scomodo di CD e MP3, sta riguadagnando popolarità? I motivi dietro al revival
sono molteplici: c’è chi apprezza la qualità più “rotonda” del suono del
vinile. Chi dà valore a grafiche, foto e informazioni contenute in copertine e
libretti che accompagnano i 33 giri. E chi semplicemente è attratto
dall’oggetto, e acquista dischi anche per differenziarsi dalla generazione
precedente.
“Mio padre compra CD, io compro vinili”,
risponde Jeff Rogers, ventenne con cappellino da baseball e skateboard cui
chiediamo perché compra dischi mentre spulcia fra le offerte di Other Music.
Oltre che un gesto di ribellione, il
vecchio vinile esprime anche quell’attaccamento all’estetica vintage che oggi tira
soprattutto negli ambienti hipster.
“Vendiamo molti LP a un pubblico di
20-30enni”, dice Tyler Villard, che lavora in un negozio di musica di
Williamsburg, il quartiere più trendy di New York. “E quel che è di moda qui,
generalmente lo diventa anche nel resto del mondo”.
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Courtesy of Brooklynphono |
Non è neanche detto che chi paga per un 33
giri debba limitarsi ad ascoltarlo sul giradischi. Quasi tutti gli album in
vendita oggi contengono un codice per scaricare la versione digitale. Così il
vinile può diventare una prova tangibile dell’attaccamento a un gruppo, al pari
di una maglietta o di un poster, ma anche la chiave per trasferire la musica su
un apparecchio digitale, offrendo il meglio dei due mondi.
Anche i generi musicali prodotti su album
sembrano indicare la comparsa di un pubblico diverso. Fino a poco tempo fa
erano più che altro jazz, techno e dance a tenere in vita il mercato del
vinile. Oggi invece si trovano anche dischi di pop e indie rock (tipo Cake,
Nirvana e Sonic Youth), oltre ad un catalogo sempre più ampio di riedizioni dei
classici del passato (come Bob Dylan, Beatles, Rolling Stones). Fiutato il
mercato, piccole case discografiche specializzate, come Light In The Attic e 4
Men With Beards, hanno cominciato ad acquistare diritti di vecchi album
dimenticati dalle major per ristamparli su vinile. Non resta che soccombere al
fascino del solco.
Pubblicato su L'Uomo Vogue
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