![]() |
Getty Images |
Mica facile con quella faccia da eterno ragazzo. Ethan Hawke torna con un film dopo vari libri. Per ricordarci che è un artista "a tutto tondo", non solo l'ex marito fedifrago di Uma Thurman. E che ora è anche un uomo fedele e un bravo papà. Con un unico vizio: la vanità.
Ethan Hawke soffre della sindrome da poster boy. Appena maggiorenne, l’attore
americano è diventato l’idolo delle teenager per la sua interpretazione
dell’Attimo fuggente. Da allora ha continuato a recitare al cinema con successo
(Giovani Carini e disoccupati, Prima dell’alba, Training day), ha fondato una
compagnia di attori, diretto pièce teatrali e scritto due libri.
Ma nonostante
abbia dimostrato di essere un artista eclettico e maturo, i critici insistono
col paragonarlo al ragazzo-simbolo della generazione X degli anni Novanta. E
quando lo incontriamo di persona capiamo perché: Hawke sembra più giovane dei
suoi 41 anni e si presenta al caffè di Manhattan dove abbiamo appuntamento con
cappellino a visiera, giacca jeans e una tshirt bianca con le maniche strappate
sopra a un’altra grigia a maniche lunghe. Parla con entusiasmo, fa domande e in
qualche modo riesce sempre a spostare il discorso sui significati della vita,
proprio come fossimo tornati a una riunione della Società dei poeti defunti
dell’Attimo fuggente. Ammette di essere piuttosto vanitoso e non nasconde di
avere decorato lo studio del suo appartamento di Chelsea con citazioni appese
ai muri e foto strappate da giornali “per restare in contatto con il
diciottenne che è in me”. Quando il discorso si sposta sulla sua famiglia,
però, l’attore di origini texane abbandona l’aria scanzonata da Peter Pan e
diventa improvvisamente serio. Oggi ha una relazione serena con la seconda
moglie Ryan Shawhughes e i due figli avuti da lei. Ma il ricordo del burrascoso
divorzio da Uma Thurman avvenuto nel 2004 sotto lo sguardo dei media aizzati
dai sospetti di tradimento con la babysitter brucia ancora. Anche se è proprio
con quest’ultima che Hawke ha deciso di creare la sua nuova famiglia.
“Il divorzio è stato il periodo più brutto
della mia vita, quando ho tastato con mano il lato oscuro della fama”, dice
Hawke mentre addenta un hamburger con patatine. “Finché dicono che sei un
cattivo attore è un conto, ma quando scrivono che sei una cattiva persona
cominci a dubitare di tè stesso. I media ti cuciono addosso un’immagine e di
conseguenza il pubblico crede di poter giudicare cosa succede fra te e tua
moglie”.
Si sente in qualche modo vendicato dal fatto di aver poi sposato la stessa
persona con cui era stato accusato di aver tradito Thurman?
“Credo di aver aggiustato le cose,
soprattutto con me stesso. Diventando adulti ci si libera di falsi idoli e
s’impara a convivere con i propri errori. Penso esista una certa proporzione
fra sofferenza e maturità”.
A proposito di famiglia, è più facile fare il padre la seconda volta?
“Sì, anche se non si smette mai di
imparare. Mi spiace solo per i bambini avuti con Uma. Credo di essere cambiato
molto e con gli altri due è tutto più semplice”.
Perché la infastidisce questo continuo riferimento al suo passato da idolo
delle teenager?
“Perché qualsiasi cosa faccia è messa in
relazione con la mia gioventù. E’ come se la gente volesse conservarmi sotto
vetro, forse perché vedermi invecchiare li costringe a realizzare che sta
succedendo la stessa cosa anche a loro”.
E a lei fa paura invecchiare?
“Non tanto, anche se sono piuttosto
vanitoso. Non riesco mai a giudicare i film in cui recito perché la mia
attenzione è concentrata su come appaio in camera. Ogni volta che rivedo Prima
dell’alba, ad esempio, penso a quanto erano unti i miei capelli. E dire che
l’ho voluto io, per dare credibilità al mio personaggio che in viaggio da un
mese. Sul set la cosa più importante è il film, ma una volta finito la vanità
prende il sopravvento”.
Se ama la sua immagine ed è ben pagato per recitare perché si ostina a
voler scrivere libri?
“Scrivere è sempre stato il mio sogno.
Inoltre recito da quando ero bambino e volevo provare a fare altro”.
Come reagisce al facile scetticismo suscitato da un attore famoso che muove
i primi passi in letteratura?
“Lo capisco. Anche a me viene da alzare
gli occhi quando sento che un attore come James Franco che presenta gli Oscar e
insegna all’università. Ma lo trovo anche affascinante. E’ un bel modo per
rimescolare le carte”.
Pubblicato su Tu Style
Nessun commento:
Posta un commento