venerdì 24 febbraio 2012

Jazz-Reggae in salsa etiope


“Mi piace creare i costumi per i miei concerti inspirandomi alla tradizione etiope”. Oltre che da una passione per la moda, l’abitudine della cantante africana Gigi di realizzare i suoi capi di scena nasce da una semplice necessità. “Sono alta rispetto alla media etiope e fatico a trovare vestiti della mia taglia”.
La musicista, 37 anni per 1,76 cm, è autrice di una serie di album di successo che mescolano ritmi tradizionali etiopi con jazz e raggae. Vive negli Stati Uniti da più di quindici anni e nella vita di tutti giorni ha adottato lo stile americano casual, fatto di jeans e magliette. Ma sul palcoscenico tiene a rendere omaggio alla sua terra natale.
“Le maniche erano sempre troppo corte, quindi ho deciso di rispolverare ago e filo e fare da me”, racconta Gigi al telefono dalla sua casa di New York.
D’altronde la cantante, che di vero nome fa Ejigayehu Shibabaw, non ha mai avuto problemi ad arrangiarsi da sola. Dopo aver imparato a cantare nella chiesa del villaggio dove è cresciuta vicino ad Addis Abeba, ha insistito contro la volontà del padre per studiare musica. Poco più che maggiorenne è partita da sola alla volta del Kenya, dove ha formato la sua prima band e ha cominciato ad esibirsi. Fino a quando, sempre sola, ha lasciato l’Africa per gli Usa in cerca di fortuna. Che si è presentata sotto forma di un disco inciso per la comunità di etiopi americani alla fine degli anni Novanta. E’ lì che la sua musica è notata da Chris Blackwell, ex produttore di Bob Marley, che le offre la possibilità di registrare Gigi, album-svolta che segna l’inizio del successo.
Da allora la cantante ha inciso altri quattro dischi e ha collaborato con vari musicisti, fra cui il pianista Herbie Hancock.
Pur mantenendo forti radici nella tradizione musicale etiope, i suoi album esplorano i confini della world music, includendo varie contaminazioni. Al punto da suscitare qualche critica dai puristi della musica etiope, che la cantante non esita a liquidare con una risata.
“Ispirarsi alla tradizione non vuol dire continuare a ripetere la stessa musica”, sottolinea. “Sono un’artista libera e continuerò a sperimentare come ho sempre fatto nella mia vita”.

Pubblicato su Vogue Italia

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