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Foto di Luca Babini |
Pubblicato su Amica:
"Visti i complimenti che mi avete fatto per le caviglie", dice Pierfrancesco Favino, "mi metterei volentieri una minigonna. Ma non vertiginosa". Nel frattempo sogna di "menare uno stupratore" e diventare il primo presidente donna della Repubblica Italiana.
C’è chi a certi giochi non si presta. E
chi invece si diverte. Quando chiediamo a Pierfracesco Favino di indossare dei
tacchi a spillo, lui non ci pensa due volte. Anzi rilancia proponendo di farsi
fotografare mentre beve champagne dalla scarpa o solleva pesi con indosso un
reggiseno di pizzo. E se questo non bastasse a rendere la situazione surreale,
si mette pure a imitare la voce di Mastroianni e Pacino girando a torso nudo
sul set improvvisato nella suite di un albergo di New York.
E pensare che, a parlarci a tu per tu, Favino si dice preoccupato di risultare troppo serio.
E pensare che, a parlarci a tu per tu, Favino si dice preoccupato di risultare troppo serio.
“A volte mi piacerebbe essere un pochino
più leggero”, confessa l’attore romano 42enne, appena sfila le scarpe argentate
numero 44. “Ho sempre dovuto impegnarmi a fondo per ottenere qualcosa e ho un
modo serioso di affrontare la vita”.
Fin da ragazzo il padre gli ha trasmesso
l’idea che solo attraverso l’intelligenza si potesse supplire alle proprie
mancanze. Favino si rimprovera di aver estremizzato il suo insegnamento,
illudendosi che la metodicità potesse sostituire l’istinto.
“Il risultato è che, a volte, mi sento un
po’ rigido e paranoico”.
Certo, a giudicare da come si comporta sul
set, è difficile credergli. Sciolto e simpatico con tutti, l’unico momento in
cui finge di irrigidirsi è quando lo avvertono che sta per arrivare sua figlia
Greta di 5 anni.
“Speriamo che ritardi: se mi vede vestito
così, poi mi tocca pagarle lo psicologo”, scherza occhieggiando i tacchi.
In realtà, Favino ha sempre avuto una
passione per i travestimenti e l’universo femminile lo conosce da vicino,
grazie ad un’infanzia passata con tre sorelle maggiori.
“O parlavo con loro o con il cane, non
c’erano alternative”, ricorda.
Ultimo di quattro figli, in famiglia
sfruttava qualsiasi trovata per attirare l’attenzione: cantava, ballava e
indossava strani vestiti per rendere più buffe le sue imitazioni.
Era anche piuttosto insicuro, uno di
quegli adolescenti che non si sentono mai all’altezza della situazione. E si
calano sempre nei panni altrui perché ci stanno meglio che nei loro. Solo col
tempo è riuscito a fare di questa debolezza un punto di forza.
“Il mestiere dell’attore mi è servito come
valvola di sfogo: spesso per sentirmi adatto mi trasformo in qualcun altro. C’è
un aspetto rassicurante nel recitare: contrariamente alla vita, sai sempre come
va a finire”.
L’insicurezza, però, se l’è portata dietro
per un bel pezzo. Tanto che ai tempi dell’Ultimo
Bacio di Muccino, quando cominciava a farsi notare nel cinema italiano, si
sentiva a disagio nei confronti di altri interpreti come Accorsi, Santamaria e
Pasotti.
“Li guardavo e mi sentivo un vero
Calimero”.
Come l’anatroccolo della storia, però,
dieci anni dopo Favino si ritrova trasformato: ha recitato con registi del
calibro di Ferzan Ozpeteck, assaggiato Hollywood con Spike Lee e Ron Howard. E,
pur rimanendo legato nell’immaginario comune a personaggi popolari come il
Libanese di Romanzo criminale o Gino Bartali della serie televisiva, ha
recitato in film impegnati come Romanzo
di una strage, diretto da Marco Tullio Giordana e in uscita nelle sale
l’anno prossimo. Qui interpreta l’anarchico Pinelli, morto in mano alla polizia
in circostanze mai chiarite.
Pur non essendo un militante, Favino
s’interessa di politica anche fuori dal set. E non fa segreto di aver provato
un certo sollievo alla recente caduta di Silvio Berlusconi, anche se non ha
partecipato ai festeggiamenti.
“Non ho mai creduto nel suo progetto
politico, ma piazzale Loreto non mi piace”.
Il neo governo di Mario Monti, invece, gli
dà speranza per il livello di preparazione delle persone coinvolte, che fa
pensare “all’apertura di una stagione diversa da quella del suo predecessore”.
Superato il tema politico, continuiamo a
parlare di cinema, con una carrellata dei film che ha presentato quest’anno: La vita facile con l’amico Accorsi, L’industriale firmato da Giuliano
Montaldo e Cosa voglio di più di
Silvio Soldini.
Proprio mentre discutiamo l’ultimo
lungometraggio, in cui la sessualità è trattata in maniera molto diretta, la
figlia di Favino fa capolino dalla porta della stanza in cui ci siamo appartati
al termine dello shooting. Viene
quindi naturale chiedere all’attore come ha affrontato con la madre di Greta,
l’attrice Anna Ferzetti, il discorso di girare scene di sesso con un'altra donna.
“Inizialmente l’idea mi ha messo in
difficoltà”, ammette l’attore. “Anna era gelosa, come lo sarei stato io al suo
posto. Dalla sceneggiatura, però, si capiva che non era un film morboso e
sapevo che Silvio [Soldini, ndr] e Alba [Rothwacher, la sua amante nel
film, ndr] sono professionisti seri. Ma certo sono scene che non ho riguardato
insieme ad Anna”.
Come ha dimostrato sul set di oggi,
esplorare la sua sessualità incuriosisce Favino. Grazie ad una sensibilità
affinata in anni di confronti con le numerose donne di famiglia – dalla madre
alle sorelle passando per compagna e figlia – l’attore ha già interpretato con
successo ruoli omosessuali al cinema e sta valutando un testo teatrale il cui
protagonista è transessuale.
“Gli attori sono attratti dal ruolo del
travestito perché il rapporto fra corpo e anima è uno dei nodi principali
dell’essere umano”, dice guardando la testolina bionda di sua figlia che spunta
di nuovo dalla porta. Favino le apre braccia facendoci capire che è ora di
chiudere l’intervista, ma prima di salutarci aggiunge: “Purtroppo in Italia è
ancora difficile parlarne senza che la gente strizzi l’occhio o dia di gomito”.
DONNA PER UN GIORNO
Dopo aver indossato un accessorio femminile per il servizio fotografico Amica, Favino ha risposto a delle domande rivolte al suo lato femminile:
1. Come ti senti in versione femminile?
A mio agio. Spesso gli attori sono attratti
dal ruolo di travestito. Chi fa questo mestiere aspira a saper diventare tutto.
Il polo del maschile e femminile formano quella rotondità che, secondo me, è
l’aspirazione creativa di ogni artista.
2. Fossi donna faresti lo stesso mestiere?
Sì, ma sarei piuttosto arrabbiata. Le stesse ragioni che spingono gli
uomini ad avere paura di affrontare il loro lato femminile, spesso rinchiudono
la donna all’interno di una narrativa claustrofobica. Il nostro essere
benpensanti ci fa preoccupare degli abiti, invece che della vera sessualità,
che ha poco a che vedere con il genitale.
3. Che cosa vorresti avere di una donna?
La capacità di essere multi-tasking e quella di immaginare il mondo prima
di esplorarlo.
4. Come vorresti chiamarti?
Pierfrancesca mai, è troppo lungo. Mi piacerebbe Greta, come mia figlia. È
un nome dolce e deciso allo stesso tempo.
5. Che cosa ti mancherebbe dell’essere uomo?
La semplicità con cui vediamo certe cose e alcune facilitazioni di cui
purtroppo noi maschietti ancora godiamo. Potersi permettere di prescindere
dall’aspetto fisico è un esempio.
6. Qual è il primo sfizio che ti toglieresti da
donna?
Menare uno stupratore
7. E di cosa avresti più paura?
Dell’idea che qualcuno possa abusare di me
8. Vorresti avere il fisico di?
Quello di Kim Novak, da piccolo impazzivo per la sua sensualità
9. Una fantasia che vorresti realizzare?
Essere la prima donna a diventare Presidente della Repubblica
10. Che posizione a letto?
Verrebbe da dire sopra ma non credo che la dominazione sia in quello. Anzi,
penso che ci sia un certo tipo di dominazione anche nella sottomissione. Quindi
direi il missionario. Tanto per noi il vero mistero sta nell’idea del farsi
penetrare, non nella posizione.
11. Mai provato l’invidia della vagina?
Invidia no, curiosità sì.
12. Da bambino hai giocato al dottore con chi?
Con mia cugina, come da copione
13. Il pelo ti piace?
Mi piace ma deve essere curato. Quello che non mi piace, invece, è
l’ossessione dell’igiene. Non la trovo così erotica. Capisco Napoleone quando
scriveva: “Non lavatevi, sto tornado”.
14. Un luogo comune sulle donne che corrisponde a
realtà?
Tendono a parlarti mentre sei al telefono
15. Uno non vero?
Guidano male
Che fanno l’amore mentre gli uomini fanno sesso
Che sono più sensibili degli uomini
16. Metteresti la gonna?
Considerando i complimenti alle caviglie che ho ricevuto durante questo servizio,
proverei una minigonna, ma non vertiginosa
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