sabato 7 gennaio 2012

Ora voglio la minigonna

Foto di Luca Babini
Pubblicato su Amica:

"Visti i complimenti che mi avete fatto per le caviglie", dice Pierfrancesco Favino, "mi metterei volentieri una minigonna. Ma non vertiginosa". Nel frattempo sogna di "menare uno stupratore" e diventare il primo presidente donna della Repubblica Italiana.

C’è chi a certi giochi non si presta. E chi invece si diverte. Quando chiediamo a Pierfracesco Favino di indossare dei tacchi a spillo, lui non ci pensa due volte. Anzi rilancia proponendo di farsi fotografare mentre beve champagne dalla scarpa o solleva pesi con indosso un reggiseno di pizzo. E se questo non bastasse a rendere la situazione surreale, si mette pure a imitare la voce di Mastroianni e Pacino girando a torso nudo sul set improvvisato nella suite di un albergo di New York.
E pensare che, a parlarci a tu per tu, Favino si dice preoccupato di risultare troppo serio.

“A volte mi piacerebbe essere un pochino più leggero”, confessa l’attore romano 42enne, appena sfila le scarpe argentate numero 44. “Ho sempre dovuto impegnarmi a fondo per ottenere qualcosa e ho un modo serioso di affrontare la vita”.
Fin da ragazzo il padre gli ha trasmesso l’idea che solo attraverso l’intelligenza si potesse supplire alle proprie mancanze. Favino si rimprovera di aver estremizzato il suo insegnamento, illudendosi che la metodicità potesse sostituire l’istinto.
“Il risultato è che, a volte, mi sento un po’ rigido e paranoico”.
Certo, a giudicare da come si comporta sul set, è difficile credergli. Sciolto e simpatico con tutti, l’unico momento in cui finge di irrigidirsi è quando lo avvertono che sta per arrivare sua figlia Greta di 5 anni.
“Speriamo che ritardi: se mi vede vestito così, poi mi tocca pagarle lo psicologo”, scherza occhieggiando i tacchi.
In realtà, Favino ha sempre avuto una passione per i travestimenti e l’universo femminile lo conosce da vicino, grazie ad un’infanzia passata con tre sorelle maggiori.
“O parlavo con loro o con il cane, non c’erano alternative”, ricorda.
Ultimo di quattro figli, in famiglia sfruttava qualsiasi trovata per attirare l’attenzione: cantava, ballava e indossava strani vestiti per rendere più buffe le sue imitazioni.
Era anche piuttosto insicuro, uno di quegli adolescenti che non si sentono mai all’altezza della situazione. E si calano sempre nei panni altrui perché ci stanno meglio che nei loro. Solo col tempo è riuscito a fare di questa debolezza un punto di forza.
“Il mestiere dell’attore mi è servito come valvola di sfogo: spesso per sentirmi adatto mi trasformo in qualcun altro. C’è un aspetto rassicurante nel recitare: contrariamente alla vita, sai sempre come va a finire”.
L’insicurezza, però, se l’è portata dietro per un bel pezzo. Tanto che ai tempi dell’Ultimo Bacio di Muccino, quando cominciava a farsi notare nel cinema italiano, si sentiva a disagio nei confronti di altri interpreti come Accorsi, Santamaria e Pasotti.
“Li guardavo e mi sentivo un vero Calimero”.
Come l’anatroccolo della storia, però, dieci anni dopo Favino si ritrova trasformato: ha recitato con registi del calibro di Ferzan Ozpeteck, assaggiato Hollywood con Spike Lee e Ron Howard. E, pur rimanendo legato nell’immaginario comune a personaggi popolari come il Libanese di Romanzo criminale o Gino Bartali della serie televisiva, ha recitato in film impegnati come Romanzo di una strage, diretto da Marco Tullio Giordana e in uscita nelle sale l’anno prossimo. Qui interpreta l’anarchico Pinelli, morto in mano alla polizia in circostanze mai chiarite.
Pur non essendo un militante, Favino s’interessa di politica anche fuori dal set. E non fa segreto di aver provato un certo sollievo alla recente caduta di Silvio Berlusconi, anche se non ha partecipato ai festeggiamenti.
“Non ho mai creduto nel suo progetto politico, ma piazzale Loreto non mi piace”.
Il neo governo di Mario Monti, invece, gli dà speranza per il livello di preparazione delle persone coinvolte, che fa pensare “all’apertura di una stagione diversa da quella del suo predecessore”.
Superato il tema politico, continuiamo a parlare di cinema, con una carrellata dei film che ha presentato quest’anno: La vita facile con l’amico Accorsi, L’industriale firmato da Giuliano Montaldo e Cosa voglio di più di Silvio Soldini.
Proprio mentre discutiamo l’ultimo lungometraggio, in cui la sessualità è trattata in maniera molto diretta, la figlia di Favino fa capolino dalla porta della stanza in cui ci siamo appartati al termine dello shooting. Viene quindi naturale chiedere all’attore come ha affrontato con la madre di Greta, l’attrice Anna Ferzetti, il discorso di girare scene di sesso con un'altra donna.
“Inizialmente l’idea mi ha messo in difficoltà”, ammette l’attore. “Anna era gelosa, come lo sarei stato io al suo posto. Dalla sceneggiatura, però, si capiva che non era un film morboso e sapevo che Silvio [Soldini, ndr] e Alba [Rothwacher, la sua amante nel film, ndr] sono professionisti seri. Ma certo sono scene che non ho riguardato insieme ad Anna”.
Come ha dimostrato sul set di oggi, esplorare la sua sessualità incuriosisce Favino. Grazie ad una sensibilità affinata in anni di confronti con le numerose donne di famiglia – dalla madre alle sorelle passando per compagna e figlia – l’attore ha già interpretato con successo ruoli omosessuali al cinema e sta valutando un testo teatrale il cui protagonista è transessuale.
“Gli attori sono attratti dal ruolo del travestito perché il rapporto fra corpo e anima è uno dei nodi principali dell’essere umano”, dice guardando la testolina bionda di sua figlia che spunta di nuovo dalla porta. Favino le apre braccia facendoci capire che è ora di chiudere l’intervista, ma prima di salutarci aggiunge: “Purtroppo in Italia è ancora difficile parlarne senza che la gente strizzi l’occhio o dia di gomito”.

DONNA PER UN GIORNO
Dopo aver indossato un accessorio femminile per il servizio fotografico Amica, Favino ha risposto a delle domande rivolte al suo lato femminile:

1. Come ti senti in versione femminile?
A mio agio. Spesso gli attori sono attratti dal ruolo di travestito. Chi fa questo mestiere aspira a saper diventare tutto. Il polo del maschile e femminile formano quella rotondità che, secondo me, è l’aspirazione creativa di ogni artista.

2. Fossi donna faresti lo stesso mestiere?
Sì, ma sarei piuttosto arrabbiata. Le stesse ragioni che spingono gli uomini ad avere paura di affrontare il loro lato femminile, spesso rinchiudono la donna all’interno di una narrativa claustrofobica. Il nostro essere benpensanti ci fa preoccupare degli abiti, invece che della vera sessualità, che ha poco a che vedere con il genitale.

3. Che cosa vorresti avere di una donna?
La capacità di essere multi-tasking e quella di immaginare il mondo prima di esplorarlo.

4. Come vorresti chiamarti?
Pierfrancesca mai, è troppo lungo. Mi piacerebbe Greta, come mia figlia. È un nome dolce e deciso allo stesso tempo.

5. Che cosa ti mancherebbe dell’essere uomo?
La semplicità con cui vediamo certe cose e alcune facilitazioni di cui purtroppo noi maschietti ancora godiamo. Potersi permettere di prescindere dall’aspetto fisico è un esempio.

6. Qual è il primo sfizio che ti toglieresti da donna?
Menare uno stupratore

7. E di cosa avresti più paura?
Dell’idea che qualcuno possa abusare di me
 

8. Vorresti avere il fisico di?
Quello di Kim Novak, da piccolo impazzivo per la sua sensualità

9. Una fantasia che vorresti realizzare?
Essere la prima donna a diventare Presidente della Repubblica

10. Che posizione a letto?
Verrebbe da dire sopra ma non credo che la dominazione sia in quello. Anzi, penso che ci sia un certo tipo di dominazione anche nella sottomissione. Quindi direi il missionario. Tanto per noi il vero mistero sta nell’idea del farsi penetrare, non nella posizione.

11. Mai provato l’invidia della vagina?
Invidia no, curiosità sì.

12. Da bambino hai giocato al dottore con chi?
Con mia cugina, come da copione

13. Il pelo ti piace?
Mi piace ma deve essere curato. Quello che non mi piace, invece, è l’ossessione dell’igiene. Non la trovo così erotica. Capisco Napoleone quando scriveva: “Non lavatevi, sto tornado”.
   
14. Un luogo comune sulle donne che corrisponde a realtà?
Tendono a parlarti mentre sei al telefono

15. Uno non vero?
Guidano male
Che fanno l’amore mentre gli uomini fanno sesso
Che sono più sensibili degli uomini

16. Metteresti la gonna?
Considerando i complimenti alle caviglie che ho ricevuto durante questo servizio, proverei una minigonna, ma non vertiginosa

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