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Foto di Kerry Hallihan |
Button passa per essere un playboy dei paddock. La bella presenza, sommata
al fare spigliato, ha contribuito a creare questa nomea. Oggi, però, il pilota
cerca di rinnegare l’immagine di sex symbol creata dai media. «Non piace a me
e, ovviamente, neanche alla mia compagna», precisa riferendosi a Jessica
Michibita, modella giapponese al suo fianco da tre anni. «L’idea è nata durante
i miei primi anni in F1, quando effettivamente festeggiavo spesso e senza
particolare motivo, visto che non avevo ancora vinto nulla».
Al debutto in F1 per la Williams nel 2000, il pilota fu accolto come la
nuova promessa britannica: finì il suo primo campionato in ottava posizione e
fu definito un enfant prodige. L’anno
successivo, però, cominciò una lunga serie di stagioni deludenti. Da allora ha
cambiato numerose squadre fino ad approdare alla Honda, che nel 2009 annuncia
il ritiro dalla F1, lasciandolo effettivamente senza macchina. La carriera di
Button sembra aver toccato il fondo, quando la scuderia è rilevata da Ross
Brawn, che gli dà fiducia e lo conferma al suo posto. La nuova auto,
rivoluzionata nel motore e nel design, si rivela una bomba e Button riesce a
sfruttarla per vincere il suo primo titolo. Invece che restare con la Brawn,
però, nel 2010 il pilota accetta l’offerta della McLaren per correre ad armi
pari con l’arcirivale Lewis Hamilton, già con la squadra inglese.
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Foto di Kerry Hallihan |
Per concentrarsi sulla sua carriera, dopo dieci anni vissuti nel Principato
di Monaco, Button si è trasferito a Guernsey, piccola isola nel canale della
Manica dove vive anche il suo manager. Lì conduce una vita sana, allenandosi
almeno due volte al giorno e preparandosi per il triathlon, sua passione al di
fuori delle corse. Spesso vola con un aereo privato alla fabbrica della
McLaren, dove segue lo sviluppo della sua monoposto. Lontano dai circuiti,
Button ormai guida raramente. Possiede varie auto, fra cui una Ferrari Enzo e
un minivan della Volkswagen del 1956 con un motore truccato da 195 cavalli. Ma
per le strade tortuose di Guernsey usa una Mini, che è più pratica. «Da quando ho
comprato la Ferrari, l’ho guidata solo due volte», confessa il
pilota. Oltre a essere un paradiso fiscale, l’isola è un rifugio perfetto
per chi come lui può permettersi di prendere un aereo ogni volta che vuole
scappare dalla pioggia, «l’unico vero limite del posto». Ed è sufficientemente
lontana dalle tentazioni notturne di Londra da tenere a bada la voglia del
pilota di fare baldoria. «Se vivessi in una metropoli, finirei con l’uscire
tutte le sere», ammette. Invece, il pilota è troppo concentrato sulla sfida per
riconquistare il titolo e primeggiare su Hamilton. Questa stagione ha si è
dovuto accontentare del secondo obiettivo, essendo arrivato subito dietro al
campione della Red Bull, Sebastian Vettel. Ma il calendario dell’anno prossimo
è già pianificato giorno per giorno, con allenamenti studiati per migliorare le
sue prestazioni. Anche qui a Miami, dove teoricamente è venuto per riposarsi, è
accompagnato dal preparatore atletico personale, Mike Collier, e si è iscritto
a una gara di bicicletta di 90 chilometri. Di tutti questi allenamenti e sfide,
Button tiene costantemente aggiornati i suoi fans via Twitter. «Preferisco
informarli direttamente invece che farlo attraverso i giornali, che a volte
fraintendono le mie parole», dice Button prima di concludere con tono
scherzosamente minaccioso: «Quindi attenzione a ciò che scrivete
nell’intervista, altrimenti vi smentisco».
Pubblicato su L'Uomo Vogue
Pubblicato su L'Uomo Vogue
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