Heidi Klum è top model, mamma, condutrrice televisiva e imprenditrice di successo.
Durante certe giornate afose, fare interviste dovrebbe essere vietato. È un
bollente pomeriggio newyorkese dell’Indian Summer e ho appuntamento con Heidi
Klum. Nel suo camerino. Senza aria condizionata. La top model tedesca, per anni
testimonial di Victoria’s Secret, si presenta con i bigodini in testa e con una
vestaglietta di seta che la copre appena. Per l’intervista mi vuole al suo
fianco anziché di fronte, per “stare più vicini e riuscire a parlare sopra il
rumore del phon”. Tra la sua bellezza mozzafiato e l’assenza di ventilazione è
difficile non sudare. Ma lei non fa una piega. Deve essere l’abitudine a restare per ore sotto le
luci da studio. Dopo quasi vent’anni passati fra set fotografici e televisivi,
la professionalità non le manca di certo. Cresciuta in una cittadina nei pressi di
Colonia, Heidi comincia a sfilare nei primi anni ‘90. La sua carriera, poi,
prosegue con apparizioni in tv e con la creazione, dieci anni fa, del talent
show per stilisti emergenti Project Runway, che le è valso la nomination agli
Emmy Awards. Come se non bastasse, ha disegnato linee di vestiti, profumi,
scarpe, gioielli, costumi da bagno e accessori pré-maman. Oggi il suo impero
vale milioni di dollari. Non solo: ha quattro figli.
La più grande ha otto anni
(nata dopo una breve relazione con Flavio Briatore, ma da lui mai
riconosciuta), la più piccola tre (avuta dal cantante inglese Seal, padre anche
dei due maschietti, da cui ha divorziato a gennaio). All’anagrafe Heidi ha 39
anni. Di persona molti meno, con quel corpo conturbante e quelle gambe perfette
che l’estetista continua a sollevarmi davanti al naso per farle la pedicure...
Non la imbarazza
farsi intervistare così, in déshabillé, struccata e con i bigodini in testa?
“Molti dicono che, alla mia età, dovrei cominciare a coprirmi di più. Per
lo meno quando appaio in pubblico. Invecchiando, di solito, si diventa
conservatori. Ma io non faccio caso a queste cose”.
Come mai?
“I miei genitori mi hanno insegnato a essere sempre a mio agio con il corpo. Quando ero bambina, ogni estate,
venivamo in Italia per trascorrere le vacanze. E, già allora, ammiravo quelle
donne spontanee che non si vergognavano a mettersi in topless anche a 70 anni e
quegli uomini che se ne andavano in giro con certi costumini a slip”.
A sentirla parlare così, vengono in mente alcune immagini in cui Briatore è
ritratto con un costume da bagno che lo copre a stento. E’ lui il prototipo
italiano a cui si riferisce?
“Se non altro per il suo gusto in fatto di costumi: il resto del mondo ride
alla vista degli italiani con lo Speedo a qualsiasi età. A me, invece, lo slip
piace. In generale io sono per la libertà: credo che non ci sia niente di male
a prendere il sole a seno nudo, anche quando non si è più giovani”.
Certo, con il suo fisico è più facile parlare così. Dovesse cambiare nel
giro di qualche anno, ricorrerebbe all’aiutino di un chirurgo?
“Non credo proprio, ma ne riparleremo
quando sarà il momento”.
I prossimi sono
40. È pronta?
“Prontissima, spiritualmente ma anche praticamente: sto già organizzando un
bel festone. Invecchiare non mi pesa per niente. Anche se, a volte, mi guardo
allo specchio prima di un servizio fotografico e penso a quei malcapitati –
parrucchiere e truccatore – che dovranno ‘rimettermi in ordine’: mi viene solo
da augurare loro buona fortuna!”
Ha mai barato
sull’età?
“Quando cominciai a fare la modella, l’agenzia mi consigliò di dire sempre
che avevo 23 anni. Lo feci fino ai 30, poi mi resi conto della stupidità della
cosa. Certo, allora ero già abbastanza famosa, quindi potevo essere me stessa,
senza badare troppo al giudizio degli altri”.
Abbastanza famosa? Lei è una delle modelle più pagate di tutti i tempi!
“Vero, lo sono diventata. Ma all’inizio soffrivo perché ero troppo formosa per le sfilate di Haute Couture. Anziché una bellezza commerciale, avrei voluto essere più spigolosa, più particolare. Ora, invece, mi rendo conto di essere fortunata: se poso ancora oggi è perché la mia è una bellezza normale, di quelle che non passano mai di moda”.
“Vero, lo sono diventata. Ma all’inizio soffrivo perché ero troppo formosa per le sfilate di Haute Couture. Anziché una bellezza commerciale, avrei voluto essere più spigolosa, più particolare. Ora, invece, mi rendo conto di essere fortunata: se poso ancora oggi è perché la mia è una bellezza normale, di quelle che non passano mai di moda”.
Molti oggi la definiscono più un’imprenditrice che una modella.
“Ricoprire ruoli diversi mi è sempre
piaciuto. Ma in un certo senso, fa tutto parte dello stesso business. Cominciai a fare la modella
perché lo ritenevo un buon affare. Le feste e i lussi che accompagnano la
professione non mi hanno mai interessato. A furia di indossare vestiti, ho
sviluppato un gusto ben definito. E le persone intorno continuavano a chiedermi
consigli. Alla fine ho pensato: perché non approfittarne, creando linee tutte
mie?”.
Dove trova l’ispirazione?
“Sotto la doccia. Con quattro figli, è uno dei pochi posti dove posso pensare tranquillamente”.
L’ultima idea che ha avuto?
“Sotto la doccia. Con quattro figli, è uno dei pochi posti dove posso pensare tranquillamente”.
L’ultima idea che ha avuto?
“Una linea di accessori per bambini dagli
0 ai 5 anni. Ho sfruttato la mia esperienza di madre, trovando l’appoggio di
una grande azienda di giocattoli. Così posso sfogare la mia creatività, con la
sicurezza di avere alle spalle un partner industriale che mi tiene con i piedi
per terra”.
Come viene percepita una donna bella come lei nel mondo degli affari?
“Per fortuna il fashion business non
è dominato esclusivamente da uomini. E neanche solo da donne. Il sesso c’entra
poco in questo campo. Conta solo il risultato”.
Come concilia
figli e lavoro?
“Recito la parte della donna dei sogni solo sul set. Fuori, sono una persona
normale. E le assicuro che mandare avanti una famiglia è il modo migliore per
non scordarlo mai. Noi siamo un po’ nomadi: non ho un ufficio, viaggio molto e
ho orari strani. Ma cerco di passare più tempo possibile con i bambini. Bisogna
aver voglia e sapersi organizzare. Oggi, per esempio, ho cominciato a lavorare
alle 11, ma sono in piedi dalle 7 per godermi qualche ora giocando con loro.
Pubblicato su Amica
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