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Photo by Eric Guillemain |
“Il tassista è
stato gentilissimo, ascoltando il mio sfogo sul non avere casa e aspettando
pazientemente che qualche amico rispondesse al telefono per offrirmi un letto”,
ricorda l’artista 28enne dal suo nuovo appartamento di Beachwood Canyon,
quartiere di Los Angeles fra le colline di Hollywood. “Ma è stato un segnale
che la situazione doveva cambiare in fretta. Sette anni senza un tetto mi hanno
messo a dura prova”.
Oggi Soko ha
trovato una casa con una bella camera da letto, un proiettore per guardare i film
e una stanza dedicata alla musica, dove ha potuto riunire strumenti, libri,
vestiti e oggetti personali che fino a pochi mesi fa erano sparsi nelle case di
amici, fra cui l’ex produttore dei Cure Ross Robinson, con cui sta lavorando a
un nuovo disco.
Certo, il
successo ottenuto nel 2012 con l’uscita del suo primo album I thought I was an alien e la nomination
dell’anno scorso al César (l’Oscar francese) del film di cui era protagonista, Augustine, l’hanno aiutata a trovare il
coraggio di affittare un appartamento. Il vero problema, però, non era di
natura economica.
“E’ come se per
anni avessi avuto paura di crescere e assumermi le mie responsabilità, fra cui
pagare l’affitto e le bollette”.
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Photo by Eric Guillemain |
Di questo Soko
parla anche nell’album che sta completando, My
dreams dictate my reality, in uscita all’inizio dell’anno prossimo. Fra i
brani ce n’è uno intitolato Peter Pan
Syndrome in cui canta: “Non voglio crescere, mi rifiuto di diventare
vecchia”. Come quello precedente, anche questo LP è piuttosto cupo e tratta
temi come la morte e l’abbandono. Ma la strofa resta davvero insolita,
soprattutto se si considera che l’autrice ha lasciato la casa materna di
Bordeaux quando aveva appena sedici anni per trasferirsi da sola a Parigi e
frequentare una scuola di recitazione, dimostrando semmai una certa fretta di
affermare la sua indipendenza.
“Sono cresciuta
troppo velocemente ed è come se avessi avuto una crisi adolescenziale a scoppio
ritardato, quando avevo più di vent’anni”, spiega Soko. “Ho ancora molte ansie,
ma credo che avere una casa mi aiuterà a stare meglio”.
E,
probabilmente, anche a mangiare meglio. La cantante segue una dieta particolare
che, anche in una mecca del cibo salutare come Los Angeles, può essere
difficile da rispettare quando si dipende dalle cucine altrui. Soko è vegana e
non mangia carne, pesce né uova da quando ha perso il padre da bambina e
qualcuno le ha detto che i resti del suo cadavere sarebbero stati mangiati
dagli animali.
“Non sopportavo
l’idea e da allora non ho più toccato carne”.
A questo si sono
aggiunte l’intolleranza allo zucchero, al glutine e ai cibi confezionati
industrialmente. Non stupisce quindi che Soko sia felice di poter finalmente
cucinare a casa sua.
“Mi piace avere
gente a cena, ma esco raramente per bar e discoteche e sono tutt’altro che una
party girl”.
Capita che Soko
lavori come DJ in locali per guadagnare qualche soldo in più. Questo, unito al
suo look eccentrico da punk-meet-goth, fa sì che spesso la gente la prenda per un
animale notturno, spensierato e socievole.
“In realtà non
bevo, non fumo e non uso droghe. E quando devo uscire ci metto delle ore a
convincermi che ne valga davvero la pena”.
Prima di
trasferirsi negli Stati Uniti sette anni fa, la cantante beveva normalmente.
Poi una sera, fuori da un bar di Parigi, le capitò di vedere dei coetanei
abbrutiti dall’alcol. Da quel momento smise di bere. Quest’anno ha provato per
la prima volta a fumare marijuana con un gruppo di amici. L’esperienza non le è
dispiaciuta e per un breve periodo ha fumato prima di lavorare alla sua musica.
L’erba l’ha aiutata a comporre una canzone del nuovo disco, ispirata ad Alice
nel paese delle meraviglie, in cui la cantante piange fino ad affogare
nell’oceano di lacrime da lei stessa creato.
“Fumare mi ha
fatto riaffiorare paure profonde legate all’infanzia. E’ servito per un po’, ma
ho già abbastanza fobie e non ho bisogno di ampliarle”.
Pubblicato su L'Uomo Vogue
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