La cantante di origini caraibiche ha saputo sfruttare gli atout tradizionalmente usati dai colleghi maschi come Jay Z e Dr Dre
Nicki Minaj ha un obiettivo preciso in
testa e una tabella di marcia serrata per raggiungerlo: la rapper newyorkese
vuole guadagnare 500 milioni di dollari e lasciare un’impronta indelebile nel
mondo della musica. Tutto entro quattro anni. Per poi ritirarsi a fare la mamma
a tempo pieno.
“Mi sono data un limite temporale per
prendermi le mie soddisfazioni professionali”, dice la cantante 32enne al
telefono dalla sua casa di Los Angeles. “Non voglio lavorare tutta la vita
senza mai provare le gioie di una famiglia”.
La cantante originaria di Trinidad e
Tobago, autrice di hit come Anaconda,
Super Bass e Starships, non ha
mai fatto segreto delle sue ambizioni. E non è affatto lontana dal realizzarle.
Ha avuto un’ascesa fulminea, anche secondo gli standard warholiani del termine,
grazie a una miscela di talento musicale, sensualità e arroganza, che l’hanno
trasformata in pochi anni nella donna più influente della storia dell’hip hop.
Per conquistare il rispetto di un mondo
dominato da uomini che si misurano a colpi di rime e testosterone, Minaj ha
dovuto lottare con le unghie e con i denti. Si è fatta un nome a furia di
apparire con camei in canzoni di altri rapper maschi (vedi Monster con Kanye West, Jay Z, Rick Ross). Si è costruita un
personaggio con parrucche colorate e costumi eccentrici che mettono in risalto le
formosità del suo corpo. E ha mostrato il suo talento mescolando testi arguti a
ritmi travolgenti e coreografie osé.
“All’inizio nessuno mi prendeva sul
serio”, dice la musicista che a fine novembre pubblicherà il terzo album,
intitolato The Pink Print. “Nel mondo
del rap di solito le donne sono relegate al ruolo di coriste”.
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Photo by Francesco Carrozzini |
Con milioni di dischi venduti, decine di
premi vinti e numerose sponsorizzazioni (fra cui profumi, vestiti, cosmetici e giocattoli),
oggi quest’impressione è decisamente cambiata. L’artista caraibica, al secolo
Onika Maraj, è l’unica donna mai apparsa sulla Cash Kings list dei rapper più
pagati compilata da Forbes, dove nell’ultimo aggiornamento svetta al quarto
posto con 29 milioni di dollari guadagnati nel 2013. Non stupisce quindi che
Minaj sia paragonata a una versione femminile di Jay Z, detto il re Mida
dell’hip hop per la sua abilità nel mescolare arte e affari.
“Non per niente abbiamo lo stesso segno
zodiacale, il sagittario”, sottolinea ridendo quando le menziono il paragone.
Minaj gestisce personalmente tutti i suoi
affari e fin dal primo giorno ha sempre mirato a trasformare il suo nome in un
brand.
“Voglio costruire il mio impero. Nel mio
ambiente ho sempre visto uomini farlo, da Diddy, a Doctor Dre, a Jay Z. Ora
tocca a una donna”.
Per arrivarci si è creata un’immagine di
donna volitiva e mangiauomini, che mette la carriera davanti a tutto. Stupisce
quindi sentirla sognare una famiglia tradizionale con “un uomo tutto di un
pezzo, che si prenda cura di me”.
“Non è ancora il momento, ma quando
deciderò di sposarmi e diventare mamma – aggiunge parlando del suo futuro
ideale – vorrei prendermi una pausa e dedicarmi completamente a mio figlio”.
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Photo by Frncesco Carrozzini |
A pochi anni dalla nascita, Minaj è
lasciata alle cure della nonna sull’isola di Trinidad mentre i genitori
emigrano negli Stati Uniti in cerca di fortuna. All’inizio Minaj crede che la
separazione sia destinata a durare poche settimane, il tempo di trovare un
lavoro e una sistemazione a New York. Ma la madre impiega due anni a tornare a
riprenderla. In quel periodo la futura rapper forgia una relazione profonda con
la nonna e con tutta la famiglia allargata, che si prende cura di lei e del
fratello. Quando finalmente la madre torna sull’isola caraibica per riportarla
con sé nella Grande Mela, Minaj si aspetta di volare verso un mondo di fiabe.
Invece si trova catapultata in un incubo: quando atterra a New York è inverno e
fa un freddo insopportabile, soprattutto per chi conosce solo il sole dei
Caraibi; la sua casa nel Queens, poco distante dall’aeroporto JKF, è piccola e
squallida; e il padre è caduto preda della febbre del crack: è diventato
violento e instabile, non riesce a mantenere un lavoro e si riduce a rubare in
casa per alimentare le sue abitudini tossiche. Sono anni bui per Minaj, che si
rifugia spesso in un mondo fantastico, sviluppando una serie di personaggi
immaginari che anni dopo riutilizzerà nella sua carriera musicale per esprimere
aspetti contrastanti della sua personalità: Roman Zolanski, gay lunatico e
rabbioso; Harajuku Barbie, quint’essenza della femminilità dai capelli rosa confetto;
Martha, madre di Roman dallo spiccato accento British.
In quel periodo Minaj vede la madre
lavorare turni massacranti per mantenere la famiglia e soffrire a causa degli
abusi del padre. E giura a se stessa che la sua vita sarebbe andata diversamente.
“Quell’esperienza ha influenzato
profondamente il mio modo di essere donna: mai lasciare che un uomo mi
prevarichi o mi controlli, soprattutto negli affari”.
L’assenza del padre, con il quale nel
frattempo ha recuperato il rapporto da quando ha smesso di drogarsi, ha spinto
Minaj ad avere un legame ancor più stretto con la madre, che l’ha supportata e
indirizzata in tutte le sue scelte. E’ stata lei, ad esempio, a spingerla verso
il mondo dello spettacolo, convincendola a non mollare dopo il primo rifiuto
della LaGuardia High School, il mitico liceo newyorkese della serie Fame. Ironia del destino vuole, infatti,
che Minaj abbia fallito la prova musicale di ammissione e sia stata accettata
dalla scuola grazie alle sue doti d’attrice, un talento messo da parte per
seguire la strada del rap ma rispolverato quest’anno per recitare al fianco di
Cameron Diaz nella commedia Tutte contro
lui.
“Ho sempre dato molta importanza alla
famiglia, per questo vorrei crearla solo al momento giusto. Ora sono troppo presa,
ma a un certo punto la situazione cambierà”.
L’interrogativo di come conciliare il
ruolo di performer e donna d’affari con quello di madre si pone spesso. Adesso
Minaj è impegnata al punto che, a volte, le capita di sentirsi sopraffatta. Il
crollo più recente l’ha avuto di ritorno da Parigi, dove Beyoncé l’aveva invitata
per duettare durante un concerto a metà Settembre.
“Ero in volo su un jet privato, stanca
dalla performance e dal cambio di fusi orari ma, invece che dormire, mi
angosciavo pensando a tutte le scadenze che mi aspettavano a Los Angeles. Ho
avuto davvero paura, mi ha preso una specie di attacco di panico”.
Il problema è che Minaj vuole sempre avere
tutto sotto controllo e fatica a delegare agli altri. Per fortuna, però, oltre
a caricarla di stress, il viaggio a Parigi le è servito per confrontarsi con chi
queste scelte le ha già affrontate, uscendo a testa alta.
“Vedere Beyoncé con la figlia e il marito è
stato tenero e mi ha fatto capire che è possibile essere un animale sul palcoscenico
e una mamma premurosa allo stesso tempo”.
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