lunedì 8 giugno 2015

Venezia, Spazio Louis-Vuitton: Hayez-Schulz, il classico dialoga col contemporaneo

Le opere di Schulz nel suo studio
Non più solo installazioni multimediali: da qualche anno l’artista tedesco Tilo Schulz dipinge opere non figurative con segni dinamici, solchi e strappi che creano contenuti dai significati diversi. L’artista 43enne, originario di Lipsia, la chiama pittura metaforica perché i quadri astratti raccontano delle irregolarità e degli splendori che formano il nostro mondo. Così, quando la fondazione Louis Vuitton gli ha chiesto di realizzare un’opera che dialogasse con una serie di dipinti di Francesco Hayez (1791-1882) – appena restaurati ed esposti presso l’Espace Louis Vuitton di Venezia durante la 56esima Biennale – Schulz non si è fattosfuggire l’opportunità.

E’ la quinta volta che la maison francese invita artisti di fama internazionale a creare una conversazione con maestri del passato nel suo spazio in laguna, e Schulz è sempre stato intrigato dal lavoro del famoso autore de Il bacio.
Le lunette restaurate di Hayez, realizzate dal pittore romantico all’inizio dell’Ottocento per decorare la borsa mercantile di Palazzo Ducale, rappresentano figure allegoriche di mostri e divinità. E richiamano un periodo ormai passato in cui Venezia era al centro del mondo.
Le lunette dipinte da Francesco Hayez
Per stabilire un dialogo con queste opere, Schulz ha riflettuto sulle parole del curatore della Biennale di quest’anno, Okwui Enwezor, che ha invitato gli artisti a riflettere sul tema della mostra secondo due parametri: “Lo stato delle cose” e “Le apparenze delle cose”.
“Con questo in mente mi sono ispirato al Theatrum Orbis Terrarum, sorta di primo atlante della Terra risalente al 1500, e ho realizzato due dischi che rappresentano il mondo conosciuto”, spiega Schulz.
Di primo acchito le opere dell’artista tedesco possono apparire caotiche, ma guardandole attentamente ci si rende conto che in realtà sottendono una struttura ben organizzata. L’immagine non ha un unico centro, ne ha diversi. In questo si può intuire un collegamento con il parametro suggerito da Enwezor, “Lo stato delle cose”.
Le tele tonde di Schulz, di due metri di diametro, galleggiano parallele nello spazio ruotando lentamente attorno al proprio asse e hanno un lato ricoperto di strati di colore e l’altro da una superficie specchiante. Mentre le Lunette di Hayez, originariamente pensate per decorare i soffitti altissimi di Palazzo Ducale, in questo caso sono presentate ad altezza d’uomo. Il tema della percezione dell’arte è caro a Schulz e questa nuova installazione non fa eccezione.
“Le lunette appaiono e scompaiono negli specchi rotanti dei miei quadri e questo crea un dialogo più aperto fra le opere di Hayez e i visitatori”.
E stabilisce anche un collegamento diretto con il secondo parametro scelto dal curatore della Biennale, “Le apparenze delle cose”.

Pubblicato su L'Uomo Vogue

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