martedì 19 marzo 2013

L'universo in Stop Motion di PES


Adam Pesapane è autore del cortometraggio più breve mai ammesso agli Oscar. Nei suoi video, fantasiose metamorfosi di oggetti quotidiani e un tocco irresistibile di dark humour

Per PES, la sintesi è la madre di tutte le virtù. Il film maker americano, autore del cortometraggio più breve mai ammesso agli Oscar, è convinto che per esprimere un’idea forte non servano troppe immagini. E con una durata di un minuto e 45 secondi, il suo Fresh Guacamole ne è l’esempio: l’animazione, in cui il piatto messicano è preparato con una granata al posto dell’avocado
e una palla da baseball al posto della cipolla, dura meno dei titoli di coda di Paperman, corto firmato da Disney contro cui ha gareggiato quest’anno nella categoria Short Animation degli Oscar.
Oltre a privilegiare la sintesi, PES tende a non utilizzare personaggi in carne ed ossa.
“Credo si adattino meglio a essere sviluppati in lungometraggi”, dice il regista, divenuto famoso nel 2002 grazie a un video di due poltrone che fanno sesso su un tetto newyorkese.
Al loro posto, il film maker 39enne anima oggetti quotidiani con la tecnica dello stop motion: trasforma tenaglie in pesci, chiavi in cannoni, mobili in persone.
“La magia si crea quando metto in movimento oggetti pensati per essere statici”, dice Pesapane al telefono dalla sua casa di Santa Monica. 
Il regista, al secolo Adam Pesapane, non ha mai frequentato scuole di cinema. Dopo la laurea in Belle Arti, comincia a lavorare per un’agenzia pubblicitaria. E’ affascinato dal formato lampo delle pubblicità ma ci mette poco a realizzare che il suo humour asciutto non è facilmente applicabile al mondo degli affari. Decide quindi di mettersi in proprio, per dare libero sfogo alla sua creatività. Passa quattro mesi da solo su un tetto a spostare poltrone davanti ad una telecamera e produce Rooftop Sex, prima animazione con cui vince il più importante festival mondiale del genere. Da quel momento i suoi video spopolano su internet, anche se stenta a trovare un riconoscimento economico. Fino a quando viene notato dal marchio di abbigliamento Diesel, che gli chiede di produrre un filmato, dandogli carta bianca sui contenuti e lanciando definitivamente la sua carriera.
“E’ stata la conferma che qualcuno apprezzava il mio essere fuori dagli schemi”.
Da quel momento fioccano le commissioni e la sua tecnica s’affina, mantenendo però quel tocco artigianale che lo distingue da animazioni come Paperman, realizzato con ampio budget e decine di persone.
“Faccio tutto quel che posso da solo”, conclude PES. “Mi piace essere l’unico cuoco in cucina. E’ un modo per dimostrare che è l’idea a contare veramente”. 

Pubblicato su L'Uomo Vogue

Nessun commento: