Il sindaco della Grande Mela ha indetto un concorso per far fronte alla mancanza di monolocali. Abbiamo intervistato il vincitore del bando per capire come si può vivere felici in meno di trenta metri quadri.
Appena letto il bando, il vincitore del
concorso indetto dalla città di New York per progettare mini-appartamenti ha
pensato: “E’ disumano vivere in una casa così piccola”.
La gara lanciata dal sindaco Michael Bloomberg, chiamata adAPT NYC, imponeva agli architetti di disegnare monolocali prefabbricati fra i 23 e i 34 metri quadri. Riflettendo più attentamente, però, Eric Bunge, fondatore insieme a Mimi Hoang dello studio nARCHITECTS, ha realizzato che il primo posto dove ha abitato appena arrivato nella Grande Mela non era molto più grande di quello voluto dal sindaco.
“Le case minuscole già esistono a New York, e spesso sono pure mal progettate”, dice Bunge al telefono dal suo studio di Brooklyn.
I codici che regolano le costruzioni nella metropoli vietano teoricamente di costruire appartamenti sotto i 37 metri quadri.
Ma la domanda di abitazioni per single è talmente alta che esiste un
mercato parallelo di sistemazioni fuori norma. L’amministrazione locale calcola
che al momento ci sono circa 800.000 persone in cerca di monolocali. La
composizione demografica della città è cambiata con l’evolvere della società, e
il tipico nucleo familiare di quattro persone non è più lo standard prevalente
da queste parti. Per sbloccare la situazione, e permettere la costruzione di
sistemazioni più adatte, il sindaco ha proposto di modificare la normativa
vigente. E ha indetto un concorso, concedendo una deroga temporanea per
costruire un palazzo di dieci piani sulla 27esima strada di Manhattan che serva
da modello per quello che dovrebbe diventare la casa ideale del single
newyorkese. La gara lanciata dal sindaco Michael Bloomberg, chiamata adAPT NYC, imponeva agli architetti di disegnare monolocali prefabbricati fra i 23 e i 34 metri quadri. Riflettendo più attentamente, però, Eric Bunge, fondatore insieme a Mimi Hoang dello studio nARCHITECTS, ha realizzato che il primo posto dove ha abitato appena arrivato nella Grande Mela non era molto più grande di quello voluto dal sindaco.
“Le case minuscole già esistono a New York, e spesso sono pure mal progettate”, dice Bunge al telefono dal suo studio di Brooklyn.
I codici che regolano le costruzioni nella metropoli vietano teoricamente di costruire appartamenti sotto i 37 metri quadri.

Il risultato sono 55 monolocali grandi poco più di stanze d’albergo, ma completi di balconi, cucine e bagni perfettamente equipaggiati. Con finestre ampie e soffitti alti che li rendono più ariosi e vivibili. Tavoli pieghevoli, letti a scomparsa, armadi soppalcati che massimizzano gli spazi. E un’abbondanza di spazi comuni all’intero del palazzo, che dovrebbe aiutare a sopperire alla scarsità di quelli privati. Non solo, il palazzo, che sarà terminato all’inizio del 2015, è interamente prefabbricato, con i mini appartamenti costruiti altrove e poi impilati uno sopra all’altro come tanti pezzi di Lego.
“E una tecnica che usano ancora in pochi”, dice Bunge. “In futuro ci permetterà di costruire più rapidamente e in maniera molto più economica”.
Pubblicato su L'Uomo Vogue
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