Photo by Thomas Giddings |
E’ giovane, scaltro e dal retro del suo
van distribuisce le migliori prelibatezze di New York. Vi presento Ian
Purkayastha, il trafficante di leccornie che vi farà amare lo sperma di salmone
“Pronto? Ciao, dimmi. Quanti grammi ti
servono? Viene 3.300 dollari al chilo. Se vuoi ne ho 80 grammi buonissimi”. Tutti
i giorni Ian Purkayastha riceve telefonate come questa, poi prende un furgone
senza scritte e si dirige all’aeroporto, preleva dei pacchi che arrivano spesso
dall’estero e comincia a fare le sue consegne in giro per New York. Bussa alle
porte sul retro di locali, entra assicurandosi di non essere visto e consegna
la merce.
Per molti aspetti Purkayastha si comporta come fosse uno spacciatore. In realtà tratta sostanze care e ricercate, ma assolutamente legali: è il più giovane e famoso trafficante di prelibatezze di New York. Vuoi gustare un tartufo bianco di Alba? Mangiare sacca di sperma di salmone, assaggiare un pawpaw (frutto che sa di banana incrociata con mango)? Purkayastha ti può aiutare, come fa con oltre 250 ristoranti in tutti gli Stati Uniti, fra cui stellati Michelin e chef famosi come Jean-George Vongerichten e Daniel Humm.
Per molti aspetti Purkayastha si comporta come fosse uno spacciatore. In realtà tratta sostanze care e ricercate, ma assolutamente legali: è il più giovane e famoso trafficante di prelibatezze di New York. Vuoi gustare un tartufo bianco di Alba? Mangiare sacca di sperma di salmone, assaggiare un pawpaw (frutto che sa di banana incrociata con mango)? Purkayastha ti può aiutare, come fa con oltre 250 ristoranti in tutti gli Stati Uniti, fra cui stellati Michelin e chef famosi come Jean-George Vongerichten e Daniel Humm.
La ragione di tanta riservatezza e del
furgone in incognito è che il mercato americano di queste gourmandise è iper-competitivo e, a volte, anche sleale.
“Non voglio far sapere alla concorrenza
chi sono i miei clienti”, ammette Purkayastha dal suo magazzino di Brooklyn. “E
poi mi è già capitato di essere minacciato. Molti trafficanti vendono prodotti adulterati
e sono pronti a tutto pur di non essere smascherati. C’è chi vende tartufi
rumeni come fossero di Alba. E chi spaccia rafano mescolato a colorante e semi
di senape come fosse vero wasabi giapponese”.
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Nonostante abbia appena compiuto 22 anni,
Purkayastha vanta già anni di esperienza nel settore. Ha trascorso
l’adolescenza esplorando le foreste dell’Arkansas, dove è cresciuto, in cerca
di funghi ed erbe selvatiche. E da quando ha assaggiato il suo primo risotto al
tartufo e foie gras a 15 anni, si è
convertito alla causa del gourmand. Per
finanziare questa passione, l’anno dopo ha raccolto i suoi risparmi, comprato
tartufi francesi su Ebay e cominciato a rivenderli ai ristoranti locali. Per
fare affari si faceva accompagnare in macchina dai genitori perché non aveva ancora
la patente. Poi si è traferito a New York, ha abbandonato definitivamente la
scuola ed è diventato il rappresentante di un importatore italiano di tartufi.
“Al primo appuntamento, il capo della ditta
italiana mi ha invitato a prendere un aperitivo, senza realizzare che non avevo
l’età per bere alcolici – ho ordinato una birra di zenzero, sperando non si
accorgesse che è analcolica”, ricorda Purkayastha. “Poi mi sono procurato una
carta d’identità falsa, perché ho capito che era difficile fare questo lavoro
senza frequentare locali dove servono da bere”.
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Ora questo ex enfant prodige del palato si è messo in proprio, ha la sua società,
e ha ampliato la gamma di prodotti in vendita, includendo ingredienti selvatici
come erba angelica, poligono giapponese (sorta di bambù dal sapore di
rabarbaro) e fiori di robinia. E il suo business è cresciuto, arrivando a
fatturare oltre tre milioni nel 2013. Facendo tesoro della sua esperienza nelle
foreste dell’Arkansas, Purkayastha ha cavalcato la moda del field-to-table, così in voga in molti
ristoranti, soprattutto a New York. Questa è una versione estremizzata del
concetto “dal produttore al consumatore”, in cui, anziché essere coltivato con
metodi biologici e organici, l’ingrediente è raccolto direttamente dalla selva e
servito in tavola.
“Il successo della cucina di Noma, il famoso
ristorante di Copenaghen, ha creato un nuovo interesse per i cibi rari e selvatici
che ha giovato molto ai miei affari”.
A volte sono i cuochi a chiedergli di
procurare ingredienti difficili da trovare sul mercato, più spesso è
Purkayastha a proporne di nuovi, stuzzicando la fantasia di chi sta in cucina.
Certo la sua età anagrafica e l’aria da ragazzino a volte rendono più difficile
l’approccio con gli chef, famosi per avere tanto ego e poca pazienza. In questi
casi, da buono spacciatore, Purkayastha lascia che a parlare siano i suoi
prodotti.
“Se noto dello scetticismo, apro le porte
del furgone e mostro cosa ho dentro. Di solito la qualità conquista tutti”.
Pubblicato su L'Officiel Hommes
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