giovedì 13 ottobre 2011
Gary Oldman, la riscossa dell'eterno cattivo
Ha trovato la fama con una lunga serie di personaggi negativi, ma è l'eroe mansueto di un thriller il ruolo decisivo della sua carriera.
Pubblicato su L'Uomo Vogue:
Non sempre le stelle del cinema riescono a pilotare la propria carriera come vorrebbero. Gary Oldman è uno dei migliori attori che la scuola britannica abbia prodotto negli ultimi trent’anni. Ma quando si tratta di scegliere un nuovo ruolo da interpretare, spesso è costretto a subire le decisioni altrui, più che dettarle.
“Arrivati a un certo livello, il pubblico crede che gli attori possano decidere tutto”, dice al telefono dalla sua casa di Los Angeles. Soppesa le parole, parlando senza fretta con forte accento britannico, nonostante viva negli Stati Uniti da ormai più di vent’anni. “Well, possiamo cercare d’influenzare la nostra carriera. Ma in realtà siamo alla mercé della fantasia di registi e produttori”.
Anche per questo l’attore 53enne è soddisfatto del ruolo di protagonista che il regista svedese Tomas Alfredson gli ha affidato nel nuovo thriller Tinker, Tailor, Soldier, Spy presentato alla 68esima Mostra del Cinema di Venezia.Nella pellicola tratta dal best seller di John le Carré La talpa, Oldman è un agente in pensione del MI6 britannico, richiamato in servizio per scovare una spia sovietica infiltrata nei servizi segreti di Sua Maestà.
“Interpretare quel ruolo è stato come prendere una boccata di aria fresca”, confessa l’attore.
Dopo essere stato associato per gli ultimi dieci anni a eroi del mondo fantasy come Sirius Black della saga di Harry Potter e il commissario Gordon di quella di Batman, Oldman ha colto al volo l’opportunità di lavorare a un personaggio complesso come l’agente segreto George Smiley, definendolo “il ruolo più importante che abbia mai interpretato”. Smiley è un anti-James Bond, un uomo apparentemente anonimo e mansueto che nasconde una volontà di ferro.
“Nell’ultimo periodo l’età media dei miei fan era scesa da trentacinque anni a dieci. Sono felice di aver partecipato a due tra le saghe più fortunate della storia del cinema, ma avevo voglia di tornare a interpretare personaggi differenti”.
In realtà, Oldman deve ancora terminare le riprese dell’ultimo episodio della serie di Batman, intitolato The Dark Knight Rises, che finiranno a novembre.Ma spera che Tinker, Tailor, Soldier, Spy possa aprire nuove porte per il futuro.
“Spesso i registi s’influenzano fra loro. E’ stato grazie ad una felice intuizione di Christopher Nolan [regista di Batman, ndr] che hanno smesso di affidarmi il ruolo del cattivo e ho cominciato a fare quello del buono. E ora mi auguro che il personaggio scelto per me da Alfredson apra una nuova era. Con Smiley mi ritrovo ad impersonare un uomo della mia età, e finalmente posso anche mostrare quei chili di troppo che ho felicemente accumulato”.
Nei primi vent’anni della sua carriera, Oldman è stato quasi sempre associato a personaggi disturbati, fanatici o criminali. Memorabili sono le sue interpretazioni del batterista dei Sex Pistols in Sid e Nancy; dell’assassino del presidente Kennedy, Lee Harvey Oswald, nel film di Oliver Stone JFK; del conte Dracula nella pellicola di Francis Ford Coppola; e del cattivo di Léon e del Quinto elemento di Luc Besson.
Possibile dunque che non nutra alcuna affinità particolare per i ruoli oscuri e si sia fatto solamente trasportare dalla casualità?
“Solo in due casi c’è stato un impegno attivo da parte mia: per ottenere la parte di Dracula, perché volevo avere l’opportunità di pronunciare quella splendida battuta: ‘Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti’. E per avere quella di Mason Verger nel film Hannibal, perché ero profondamente affascinato dal personaggio. Le altre sono combinazioni, dovute più al caso e all’intuito dei registi”.
Oltre che sul palcoscenico, oggi l’attore inglese vorrebbe tornare a cimentarsi anche dietro la cinepresa, come aveva già fatto alla fine degli anni Novanta in Nil by Mouth, film parzialmente autobiografico ambientato a Londra, che ai tempi fu osannato dalla critica e accolto come l’inizio di una promettente carriera da regista. Oldman ha una nuova sceneggiatura pronta nel cassetto ma non sa quando riuscirà a metterla in scena. Terminate le riprese di Batman, non ha altri lavori in programma, ma questo non lo preoccupa.
“Trent’anni in questa professione mi hanno insegnato due cose: digerire le critiche e gestire l’incertezza del domani. Fino ad ora mi è sempre andata abbastanza bene, anche se quando si ha una famiglia da mantenere, a volte la situazione può risultare piuttosto snervante”.
Oldman è stato sposato quattro volte e ha tre figli, uno di ventidue anni dalla prima moglie e due di dodici e quattordici dalla terza. I più piccoli vivono con lui a Los Angeles in seguito all’affidamento deciso da un giudice dopo il divorzio travagliato dalla madre. I figli adolescenti rimangono il suo impegno principale e, anche per questo, non riesce a prevedere quando troverà il tempo di tornare a dirigere una pellicola tutta sua.
“Il lavoro di regista comporta un grande impegno e, al momento, sono già occupato nella regia del film più importante della mia vita, quello di crescere i miei figli. Ma c’è una grande differenza rispetto ai ruoli che ho interpretato al cinema: qui la scelta dipende solo da me”.
Foto di Mario Anzuoni/Reuters
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