lunedì 3 ottobre 2011

La nonna di Amanda: "Mi spiace per Raffaele"

Pubblicato su Corriere.it:
“Mi spiace per Raffaele Sollecito”. La nonna di Amanda Knox parla malvolentieri con i media italiani dalla sua casa di Seattle, ma non risparmia un commento caustico sul processo in vista della sentenza d’appello per l’omicidio di Meredith Kercher.
“Dopo quello che avete scritto non dovrei neanche parlarvi, ma mi spiace per quel ragazzo. Sono convinta che Amanda tornerà a casa un giorno, ma Raffaele dovrà continuare a vivere in quel paese. E sarà uno spettacolo triste”, dice Elisabeth Huff prima di aggiungere: “Pensavo che avessero la decenza di analizzare il caso in modo imparziale ma fino ad ora non è andata così”.
Dopo la deposizione della commissione indipendente che ha messo in dubbio la validità delle prove usate contro Knox in primo grado, la nonna materna di Amanda spera di vedere il verdetto ribaltato. Ma la sua fiducia nella nostra giustizia è ormai scarsa.
“Ho imparato a riconoscere che il sistema giudiziario italiano ha dei problemi”, sottolinea. “Anche qui da noi i giudici possono commettere degli errori. Ma in Italia nessuno sembra disposto a riconoscerli e correggerli. E questo è quello che mi disturba maggiormente”.
Huff pensa addirittura che, nel processo di primo grado, una parte dei giurati fossero amici del pubblico ministero Giuliano Mignini.
“Ovviamente il risultato non poteva essere un giudizio imparziale”.
La nonna settantaquattrenne conosce bene Amanda. Ha aiutato i genitori a crescere la nipote trascorrendo molto tempo insieme a lei. E non si è mai capacitata del modo in cui i media italiani l’hanno dipinta in seguito alla scoperta del cadavere della studentessa britannica che viveva a Perugia insieme a lei.
“Sono indignata dal linguaggio usato per descrivere Amanda e dalle cose che sono state dette, soprattutto la parte sessuale della vicenda”.
Ribaltare la figura della femme fatale creata dai media è stato fin da subito l’obiettivo principale dell’associazione Friends of Amanda Knox, nata nella città d’origine della ex studentessa.
“Abbiamo cercato di cambiare l’immagine di persona lasciva costruita intorno ad Amanda da giornali e televisioni”, dice Anne Bremner, avvocato e portavoce dell’organizzazione. “E in questo senso abbiamo avuto un discreto successo”.
A Seattle, infatti, la maggior parte degli abitanti sono convinti dell’innocenza della Knox.
“Il processo suscita ancora grande interesse e le opinioni restano molto polarizzate”, conferma Jonathan Martin, giornalista del Seattle Times che segue il caso per il quotidiano locale. “Qui c’è un ristretto gruppo di persone che pensa che il sistema giudiziario italiano abbia funzionato bene, ma la grande maggioranza è convinta dell’innocenza di Amanda”.

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