martedì 10 dicembre 2013

Conversazione con Elizabeth Olsen


Foto by Tom Munro
Negli Stati Uniti il cognome Olsen è sempre stato associato alle gemelle Mary-Kate e Ashley, ex enfant prodige della televisione anni Novanta che hanno fatto un marchio della loro immagine ancora prima di diventare maggiorenni. Questo fino all’arrivo della sorella minore di casa Olsen, Elizabeth, che con una serie di ottime interpretazioni sul grande schermo negli ultimi due anni ha eclissato la fama delle gemelle.
Anziché imitare le sorelle, che hanno cominciato ad apparire in telefilm per ragazzi prima ancora di perdere i denti da latte, Olsen preferisce ritardare il debutto sul palcoscenico dopo il liceo, concentrandosi sulla formazione. Studia recitazione fin dalle elementari e, dopo scuola, frequenta spesso il set seguendo le gemelle al lavoro. Ma per anni resta tranquillamente nell’ombra.
“Capitava che Mary-Kate e Ashley mi chiedessero di partecipare alle loro scene: mi mettevano davanti alle telecamere e mi riempivano i capelli di chewing-gum”, ricorda ridendo l’attrice 24enne. “Io, invece, sognavo d’interpretare ruoli più adulti. Il mio modello ideale è sempre stata Diane Keaton di Annie Hall e Manhattan. Ma ero troppo piccola e non potevo far altro che prepararmi e aspettare”.

lunedì 25 novembre 2013

Patee Sarasin: Fly guy in command

Basta uno sguardo al grande becco giallo dipinto sugli aerei della Nok Air per intuire che dietro la prima compagnia low cost thailandese c’è un uomo particolare. Il fiume di tweet generato a ciclo continuo dal suo numero uno, Patee Sarasin, e le canzoni pop che sforna di frequente, non fanno altro che confermare che questo manager 51enne ha davvero una personalità fuori dal comune. Sarasin appartiene a una famiglia dell’elite thailandese che annovera primi ministri e consiglieri del re nel suo albero genealogico. Educato in Inghilterra e negli Stati Uniti, guida Nok Air dal 2004. Prima di diventare amministratore delegato della compagnia no-frills, ha lavorato per agenzie di comunicazione e pubblicità, importando uno stile informale al business del trasporto aereo, con biglietti venduti ai bancomat e hostess votate dal pubblico attraverso show TV stile X Factor.

martedì 19 novembre 2013

Il nuovo Whitney Musuem di Renzo Piano

Granito ed elitismo contro vetro e integrazione. Le differenze fra gli stili architettonici della vecchia sede del Whitney Museum e quella nuova che sta sorgendo nel Meatpacking District non potrebbero essere più evidenti. Con poche finestre e pareti di pietra, l’edificio modernista disegnato da Marcel Breuer negli anni Sessanta sembra fatto apposta per mantenere una certa distanza fra il pubblico e l’arte custodita al suo interno. Al contrario, la nuova sede del museo firmata da Renzo Piano, che aprirà nel 2015, è pensata per essere trasparente e accessibile.
“E’ lo stesso tema affrontato più di quarant’anni fa con il progetto del Pompidou di Parigi”, dice Piano durante una visita al cantiere della nuova sede. “Aprire a tutti la cultura con la C minuscola”.
Il Whitney Museum è specializzato in arte americana moderna e contemporanea e possiede una delle più grandi collezioni del paese. Ma gli spazi ridotti dell’edificio di Breuer nell’Upper East Side costringono il museo a tenere la maggior parte delle opere in depositi.

martedì 12 novembre 2013

MS MR: A visual-digital approach

Photo by Jorgen Ringstrand
Nel mondo della musica, essere principianti è quasi sempre uno svantaggio. Poca esperienza significa poche connessioni e poca dimestichezza col pubblico. Proprio l’inesperienza, però, è stata una delle chiavi che ha unito il duo di musicisti di Brooklyn MS MR (pronunciato Miss Mister), visto che all’inizio entrambi si consideravano troppo acerbi per lavorare con artisti navigati. Prima che un’ascesa fulminea attraverso la rete li trasformasse in una delle pop band più calde del panorama newyorkese, Lizzy Plapinger e Max Hershenow non osavano neanche sognare di poter vivere suonando. Pur avendo studiato entrambi alla stessa scuola d’arte, avevano carriere diverse in mente. Plapinger gestiva una piccola casa discografica chiamata Neon Gold Records, mentre Hershenow studiava coreografia per danza contemporanea. La musica restava la loro passione, ma nessuno dei due aveva mai veramente considerato di lavorarci a tempo pieno. Fino a quando non si sono incontrati.

mercoledì 6 novembre 2013

Il revival del 33 giri


Fino a poco tempo fa il vinile era considerato una razza in via d’estinzione, spodestato dalla rivoluzione digitale cominciata con i CD e continuata con l’arrivo di internet e MP3. Da simbolo della musica per eccellenza, negli anni Novanta gli LP sono diventati cimeli da collezione, comprati esclusivamente da una nicchia di musicofili e DJ. Il torrente di file e download sembrava destinato a mandare definitivamente in pensione i dischi solcati. Fino a quando la nuova generazione di digital native ha cominciato a sentire la mancanza di un rapporto più fisico con la musica. E il vinile è improvvisamente ritornato di moda.
Oggi tutte le principali case discografiche hanno ricominciato a produrre LP, e non lo fanno certo per fare un favore alla nicchia di puristi attempati che non ha mai smesso di comprarli. Seppur ancora ristretta, la voglia di 33 giri è tornata anche fra i consumatori più giovani, nati dopo l'avvento dei CD. Un esempio è l'ultimo album dei Daft Punk di cui, nella prima settimana dall’uscita, sono stati venduti quasi 20.000 album su un totale di 340.000 copie.

mercoledì 30 ottobre 2013

Sky Ferreira: "I don't want to be a costructed popstar"

She has not released her first album yet, due at the beginning of next year, but she is already famous: for her tracks published online and for having broken a substantial contract with a major record label. What is the Ferreira thought? "I don’t want to be a constructed popstar".

Interviewing Sky Ferreira, the twenty-one-year old singer who has become an It-girl in the US before even releasing an album, certainly arouses curiosity. When she was still a minor, she had the courage to break a contract with an important record label in the name of her artistic freedom.

Il Madison Square Garden si rifà il trucco


Trasmesso su SkySport24

mercoledì 16 ottobre 2013

Gordon Matta-Clark: the Italian Grand Tour


Photo by Gordon Matta-Clark
Da sempre l’Italia attira intellettuali in cerca d’ispirazione, curiosi di studiare le radici della civiltà occidentale. Ma per un breve periodo a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta, la tradizione del Grand Tour italiano ha attirato anche avanguardie dell’arte mondiale in cerca di un pubblico pronto ad apprezzarle. Inizialmente, gli esponenti dell’arte concettuale e minimalista americana faticavano ad avere riconoscimento in patria e, appena potevano, venivano in Europa per trovare galleristi e collezionisti disposti a finanziarli. Fra questi artisti c’era Gordon Matta-Clark, “anarchitetto” diventato famoso per i suoi lavori in edifici in demolizione, su cui interveniva inventando forme nuove con flessibili, seghe e scalpelli.

martedì 8 ottobre 2013

Scarlett Johansson: sex symbol (quasi) per caso


Photo by Paolo Roversi
“Se hai vent’anni, fai l’attrice e sei attraente, è facile che ti assegnino il ruolo di sex symbol. La verità è che non l’ho mai cercato. Quando i media me l’hanno cucito addosso ne ho approfittato e mi sono divertita”.
 
Scarlett Johansson è in ritardo. L’appuntamento era per mezzogiorno in uno studio fotografico nel Meatpacking district di New York ma all’una l’attrice non è ancora arrivata. Ad aspettarla c’è una squadra di una ventina di persone fra fotografo, stylist, parrucchiere e truccatrici. Il set è pronto, le luci posizionate, i vestiti appesi alle grucce e sul tavolo è disposta una fila di scarpe con tacchi vertiginosi. Tutti cercano pazientemente d’ingannare l’attesa, fino a quando dal corridoio esterno non giunge una voce roca inconfondibile. Un attimo dopo Johansson fa il suo ingresso e lo studio si rianima improvvisamente. Oltre allo staff, ad accoglierla c’è un enorme mazzo di fiori con un biglietto firmato da Martin Scorsese: è un omaggio del regista che la notte prima ha lavorato con Johansson fino alle ore piccole per terminare le riprese di una pubblicità, motivo per cui l’attrice si presenta in ritardo allo shooting fotografico.

venerdì 27 settembre 2013

L'inafferrabile Willem Dafoe

Mentre il telefono squilla e aspetto che Willem Dafoe alzi la cornetta, mi domando chi troverò all’altro capo del filo. L’attore ha sempre preferito farsi conoscere attraverso i personaggi interpretati al cinema o a teatro. Il che significa che, potenzialmente, potrei aver a che fare con soggetti piuttosto estremi. C’è il Goblin dell’Uomo Ragno e il Salvatore dell’Ultima tentazione di Cristo; il sergente idealista di Platoon e il criminale psicotico di Cuore Selvaggio; il padre disturbato dell’Anticristo di Lars von Trier e il vampiro attempato che fa la parte di Nosferatu ne L’ombra del vampiro.
Quando Dafoe alza la cornetta, invece, mi trovo a chiacchierare con una persona affabile e diretta. L’unico indizio che lo riconduce ai personaggi interpretati sul grande schermo è il timbro caldo e gutturale della voce. Per un attimo m’illudo di riuscire a scoprire finalmente qualcosa dell’uomo che si nasconde dietro alle maschere da palcoscenico, ma nel giro di poco capisco che è più difficile del previsto.