“La cosa peggiore che può succedere in
questo mestiere è che ti chiedano d’interpretare un personaggio normale”.
Eugenio Franceschini non ha dubbi. Reciterebbe chiunque sul palcoscenico, anche
Berlusconi, il politico che l’attore veneto sente più lontano dai suoi ideali.
Tutto purché non gli affidino un personaggio ordinario.
martedì 20 maggio 2014
Spiriti Liberi: cinque giovani attori a confronto
La precarietà del
lavoro è considerata una delle piaghe del nostro tempo, con i suoi corollari
d’instabilità e insicurezza. C’è un mestiere, però, che precario lo è sempre
stato, eppure continua ad attirare gente di tutti i tipi. Ogni anno, anche in
periodi di crisi come questo, sono centinaia i giovani che decidono d’imboccare
la strada della recitazione nella speranza di diventare i nuovi Scamarcio o
Favino, a seconda dei gusti. Molti mollano, alcuni resistono e ce la fanno. Fra
loro abbiamo scelto cinque attori emergenti che potrebbero essere i nuovi volti
del cinema italiano di domani. Sono molto diversi fra loro, ma hanno una cosa
in comune: sono sognatori, spiriti liberi che inseguono i propri ideali.
Etichette:
Brenno Placido,
Carlo Vanzina,
Cinema,
Daniele Ciprì,
Eugenio Franceschini,
Federico Moccia,
Gabriele Rendina,
Gianni Amelio,
L'Officiel Hommes,
Michele Placido,
Moisè Curia,
Romanzo criminale,
Simone Riccioni
lunedì 5 maggio 2014
Rinus Van de Velde, artista impersonatore
![]() |
Foto Pablo Arroyo |
“L’esistenza fra le quattro mura bianche
del mio studio di Anversa è piuttosto noiosa e ripetitiva”, ammette Van De
Velde al telefono dalla città fiamminga. “Attraverso i miei quadri mi diverto a
immaginare cosa avrei potuto fare se non fossi un artista”.
Per creare i grandi disegni a carboncino
che l’hanno reso famoso, Van de Velde ha cominciato ispirandosi a immagini
recuperate in vecchie riviste, creando una sorta di autobiografia della vita
che non ha mai vissuto.
giovedì 17 aprile 2014
Cape Cod Modernista
![]() |
Photo by Raimund Koch |
Uno dei suoi protagonisti la battezzò la Summer
Bauhaus. Fu l’estate in cui un gruppo di esponenti della prestigiosa scuola
tedesca si ritrovò in vacanza dall’altra parte dell’Atlantico, nei pressi di
Cape Cod, gettando i semi per lo sviluppo di un nuovo capitolo nella storia
dell’architettura moderna.
Era il 1937 e molti esponenti dell’ormai
defunto Istituto d’Arte e Architettura di Weimar, fra cui il fondatore Walter
Gropius, il suo discepolo Marcel Breuer, Lászlo Moholy-Nagy, Herbert Bayer e
Alexander Dorner, erano da poco sbarcati negli Stati Uniti per sfuggire al
clima minaccioso che si respirava in Europa. Gropius era appena diventato
professore alla scuola di design di Harvard, risalendo per la prima volta in
cattedra dopo la chiusura della Bauhaus imposta dal regime nazista. E
quell’estate aveva affittato insieme alla moglie Ise una casa sul mare
all’imboccatura della penisola di Cape Cod, in Massachusetts. La villa era
spaziosa e Gropius aveva invitato alcuni amici dei tempi di Weimar a unirsi alla
sua famiglia. Il gruppo trascorse alcune settimane rilassandosi, nuotando nelle
acque dell’Atlantico ed esplorando le coste sabbiose di Cape Cod.
Etichette:
architettura,
Bauhaus,
Cape Cod,
Casa Vogue,
Charles Zehnder,
Herbert Bayer,
Lászlo Moholy-Nagy,
Marcel Breuer,
Massachusetts,
modernismo,
Serge Chermayeff,
Walter Gropius,
Wellfleet
sabato 12 aprile 2014
New York City Wall Dogs
Old-school artists with a New York attitude
In an age with instant communication at your fingertips and digital marketing on every platform, there are those who still get out messages the old-fashioned way, with a paintbrush and some attitude. They call themselves “wall dogs,” says one veteran of the trade, “because we are chained to a wall all day by our safety harness, and we work like dogs.” We spent a day with these blue-collar artists as they paint advertisements high above the streets of New York City.Prodotto per Vocativ
lunedì 31 marzo 2014
Tre giorni nella Hipsterland di Williamsburg, NYC
![]() |
Il Williamsburg bridge sull'East river (foto Corbis) |
Quando si dice New York, generalmente si
pensa Manhattan, da sempre fulcro della Grande Mela. Da qualche tempo, però, il
baricentro dinamico e creativo della città ha cominciato a spostarsi più a Est,
nel quartiere di Brooklyn. E in particolare nella zona di Williamsburg, che
sorge all’ombra del ponte omonimo. Quando loft e laboratori a buon mercato si
sono esauriti a Manhattan, la scena artistica e musicale più effervescente si è
trasferita oltre il fiume, trasformando questo ex-distretto industriale in un
concentrato di boutique alternative, ristoranti per gourmand e locali hipster. Ecco qualche suggerimento per esplorare la zona in un fine settimana, fingendo di essere di casa.
martedì 25 marzo 2014
Erykah Badu, la Medusa della musica neo-soul
![]() |
Photo by Francesco Carrozzini |
“Vorrei che quest’intervista la scrivessi
stando nudo e accendendo dell’incenso”, esordisce la cantautrice 42enne prima
di cominciare la conversazione. Inutile spiegarle che i miei colleghi non
gradirebbero affatto e probabilmente finirei ricoverato prima ancora di aver
concluso il pezzo. E’ sufficiente prometterle che cercherò di divertirmi
scrivendo l’articolo, perché Badu si trasformi in un fiume in piena, parlando per
più di un’ora di musica, moda, famiglia e vibrazioni cosmiche.
Etichette:
Aretha Franklin,
Dallas,
Earth,
Erica Wright,
Erykah Badu,
Grammy Awards,
Intervista,
Musica,
Nike,
Riccardo Tisci,
Vogue Italia,
Wind & Fire
mercoledì 19 marzo 2014
La rinascita di un'arte in estinzione
![]() |
Photo by Nicola Scevola |
Pubblicato su Io Donna
giovedì 13 marzo 2014
Nan Goldin: "La mia vita sotto scatto"
-->
![]() |
Courtesy Nan Goldin |
Teschi di cartapesta, animali imbalsamati e una pericolosa attrazione per sesso e droghe. Siamo entrati a casa di Nan Goldin, una delle fotografe più controverse, che ha trasformato le sue esperienze in opere d'arte.
Prima d’incontrare Nan Goldin ho la strana
sensazione di conoscerla pur non avendola mai vista. D’altronde, osservare il
lavoro della fotografa americana significa diventare partecipi degli aspetti
più viscerali della sua vita: dal suicidio della sorella maggiore, passando per
gli anni di tossicodipendenza, gli abusi da parte degli amanti e la perdita di
tanti amici per overdose o Aids. Tutte esperienze che Goldin ha registrato con
l’obiettivo della sua macchina fotografica a partire dagli anni Settanta. Così,
quando ci ritroviamo faccia a faccia nel salotto della sua casa di Manhattan,
risulta subito facile stabilire una connessione, anche se Goldin sta
attraversando un momento stressante. Tra pochi giorni inaugurerà una mostra a
Roma e dovrà traslocare a Brooklyn.
Etichette:
Aids,
arte,
Bill Clinton,
fotografia,
Gagosian,
heroin chic,
Hiv,
Intervista,
Io Donna,
Nan Goldin,
New York
mercoledì 5 marzo 2014
Ji, pianista a cavallo fra Oriente e Occidente
![]() |
Photo by Guillemain |
Con il suo stile fatto di vestiti firmati,
tatuaggi e collane appariscenti, il musicista sudcoreano Ji potrebbe passare
facilmente per il leader di una boy-band di k-pop. Anche la confidenza con cui
dialoga con i suoi fan via Twitter, con frasi a effetto tipo “senza di voi
sarei un musicista qualsiasi, mi aiutate a parlare col cuore”, sembrano
indicare la stoffa del teen-idol. Ma quando si siede al pianoforte a coda e le
sue mani cominciano a danzare sui tasti diventa subito chiaro che Ji è un
musicista di ben altra categoria.
“Sono un pianista classico ma ho una
personalità funky e mi è sempre piaciuto esibirmi in pubblico”, riconosce
parlando al telefono dal suo appartamento di New York.
Etichette:
Intervista,
Ji,
Ji Yong,
Jiyong Kim,
L'Uomo Vogue,
Liszt,
Musica,
New York,
pianista
venerdì 21 febbraio 2014
Lupita Nyong'o, nuova regina del red carpet
![]() |
Photo by Tom Munro |
Per talento raffinato e naturale eleganza, l’attrice di origine keniana
ha incantato il red carpet. Ma lei, che considera la recitazione un modo per
dialogare con gli altri, vorrebbe giocare il ruolo di icona di stile per
aiutare le donne africane ad apprezzarsi.
Hollywood è sempre in caccia di nuovi
volti. E se ne trova uno che, oltre al talento per la recitazione, ha anche un
impeccabile stile naturale è pronta a celebrarlo con i massimi onori. Com’è
successo a Lupita Nyong’o, attrice trentenne di origini keniane, passata
direttamente dai banchi della scuola di teatro a una nomination al Golden Globe
e una agli Oscar come attrice non protagonista per il suo ruolo in 12 Anni Schiavo, ultima pellicola
firmata dal regista Steve McQueen e prodotto da Brad Pitt. Nel film Nyong’o
interpreta Patsey, schiava in una piantagione americana presa di mira dal
crudele proprietario (Michael Fassbender) e da sua moglie (Sarah Paulson).
Oltre a meritarle premi e riconoscimenti,
la prima prova sul grande schermo ha catapultato l’attrice africana in un
vortice di appuntamenti di gala, rivelandone un gusto raffinato che l’ha
immediatamente trasformata nella nuova regina del tappeto rosso,
Etichette:
12anni schiavo,
Brad Pitt,
Intervista,
Kenia. Alek Wek,
Lupita Nyong'o,
Michael Fassbender,
oscar,
Oscar 2014,
Ralph Fiennes,
Steve McQueen,
Vogue Italia
Iscriviti a:
Post (Atom)